giovedì 17 maggio 2007

Preghiera


Gaetano ha pubblicato la sua preghiera in un posto poco visibile.
Mi permetto di metterla di fronte a tutti quelli che vogliono leggerla.

Gesù,
di Te la Chiesa mi ha insegnato tante cose, alcune delle quali per proteggere l’Idea che gli uomini hanno di Dio dall’esperienza profetica e dirompente che spesso faccio di Te.
Ma il tuo Spirito tiene vivo in me il tuo vangelo e grazie a Lui Tu oggi per me non sei più l’acqua che lava le colpe quanto l’acqua che disseta… Non sei più il fuoco che purifica dai peccati quanto il fuoco che riscalda e fa luce… Non sei più un sacramento da celebrare quanto un pane da mangiare con gli amici; ed è pane anche un po’ di compagnia nella solitudine, una buona parola, un aiuto economico, un sorriso, una telefonata, una spalla su cui piangere, una cena o una passeggiata insieme…

In questa nuova vita insieme a Te
La sofferenza, la tristezza e le paure della mia vita non sono il meritato castigo di un peccato originale (o attuale) ma una parte della vita, da combattere quando ingiusta, da accettare quando inevitabile, nella speranza che qualcuno, indossata la tua veste preferita, il grembiule, asciughi le mie lacrime e consoli il mio animo.
Il paradiso non lo raggiungo più elevandomi verso il cielo ma trovando nel prato della vita, ad altezza d’uomo, la posizione a me più favorevole per abbronzarmi di te, sole vivo…
La tua venuta, otto giorni dopo la risurrezione, da Tommaso e per Tommaso non è tanto il rimprovero ad un discepolo infedele quanto la rassicurazione che veramente tu non dimentichi nessuno e ad ognuno doni la tua pace.

Il tuo Spirito, finalmente ospite dolce dell’anima, continuamente parla alla mia coscienza suggerendomi che:
Dio non è tanto un padre che aspetta in casa il ritorno degli eredi, quanto una madre che nottetempo, in compagnia di alcuni suoi figli, esce alla ricerca degli altri figli che la vita ha disperso… dei figli che una parte della chiesa si è persi per strada…
Il Vangelo non è tanto un libro prezioso da venerare e incensare quanto una puntata di “Topolino” col doppio finale: ogni giorno spetta a me decidere dove andare e come fare il bene…
La comunità di chi crede in te non è più “il gioco della torre” da cui bisogna scegliere cosa buttare di sotto: l’amore tuo per me o l’amore per il mio compagno, quanto la canzone “aggiungi un posto a tavola”…

La Tua Chiesa, Gesù, è la casa dove c’è posto per tutti… altrimenti me l’avresti detto!

P.s.: dove c’è posto per tutti e per tutte le famiglie!

4 commenti:

Steve ha detto...

prova commento!

Il Keppo ha detto...

Molto bella, davvero molto bella! Complimenti a Gaetano, non solo per averla scritta, ma soprattutto per averla pensata e per sentire dentro di sè ciò che ha scritto.
Ciò che noto è la maturità che il credente ha raggiunto nel momento in cui ha abbandonato l'idea del Dio che ci "rinfaccia" le colpe da purificare o del sacramento da celebrare per rito, e si è reso conto che Dio è qualcosa che ci disseta, che fa luce, che ci accompagna e non ci dimentica.
Purtroppo la -mala educazione- che alcuni di noi hanno ricevuto ci porta a non essere a conoscenza di questi ultimi aspetti e a vivere in un limbo di terrore in attesa del Giudizio.
Sta agli uomini di buona volontà, ma io aggiungo dotati anche di senno e discernimento, portare la -buona educazione- nella mente e nell'animo degli uomini.

Avverto di vivere in un'epoca in cui tutto è confuso: può farsi tutto, e nello stesso tempo tutto è proibito. Uno pseudogarantismo dilaga ogni giorno nelle notizie di cronaca, leggevo stamattina di un video pubblicato in cui uno studente si fa una canna davanti al prof, poi qualche giorno fa di un autista che si fa una canna e finisce nel burrone con l'autobus pieno di bambini, ascolto di ostilità e veleni levarsi ogni giorno tra la gente e tra chi ci governa, dalle alte sfere religiose (non solo cristiane); e mi fermo qui, non proseguo con resoconti ancora più cruenti.
Vedo un'acredine disarmante, è tutto molto triste e in questi momenti non mi sono d'aiuto nemmeno le parole di Anna Frank quando diceva "...eppure, quando guardo il cielo, sento che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che torneranno l'ordine, la pace, la serenità". Mala tempora currunt, spero mi aiutino le parole di Gaetano.

Steve ha detto...

Mi aiutano, anche da non credente.
Mi sarebbe piaciuto aver incontrato un tale Dio piuttosto di quello che in chiesa sentivo mi condannava per quello che sono, mi predicava il peccato del sesso, la chiusura della mente, l'autorità e la giustizia-vendetta. Che pretende sacrifici cruenti per espiare.
Mi piacerebbe crederlo, davvero.
Ma la tradizione cristiana parla anche di giudizio, di dannazione, di cattivi esiliati nelle fiamnme IN ETERNO. E sono parole attribuite a Gesù.
Il Dio d'amore che vive Gaetano è vero? O non è piuttosto il risultato della nostra evoluzione che in 2000 anni si è allontanata dalla relgione monoteistica e ha sviluppato uan sensibilità che chi pratica queste vie ha perso o rischia di perdere in gran parte?
Sono domande serie, non voglio provocare, ma sempre di più capire.
Quando pratico il Dharma, ho tutta la responsabilità su di me, io mi salvo io mi imprigiono. Io amo io odio. Io sono l'erede delle mie azioni. Ma non in eterno.
Vi assicuro che è un pensiero tristissimo. Che disgusterebbe chiunque, anche un mostro sadico.
Dunque, o tutto quello che facciamo è una semplice e inutile burla sensa senso, perchè siamo destinati al paradiso, o l'inferno esiste e qualcuno c'è finito, quindi... beh... diciamo che è difficile pensarlo. IN ETERNO. DOLORE E MISERIA.
Voi che ne dite?

Gae ha detto...

Sono agli inizi della creazione e insieme a Dio vedo tutti i secoli dei secoli futuri. Vedo Mosè che libera gli Ebrei dalla schiavitù. Vedo Gesù morire e risorgere. Vedo Maometto che parla con gli angeli. Vedo tutte le atrocità fatte in nome di Dio.
Mi rivolgo a Lui e gli dico: "Forse è meglio che rinunci a farti conoscere. Dall'inizio dei secoli fino al 2007 il bilancio sembra pendere più verso il male che verso il bene fatto in tuo nome!"
Ma il Dio in cui credo decise di fare diversamente, e di farsi conoscere.

Dietro le parole di quella preghiera ci sono più di trent'anni di ricerca di Dio. Non crederei in nessun'altro Dio che non fosse quello raccontato: un Dio impotente che cammina con tutti i figli e le figlie. Un Dio che non reagisce alla violenza che i propri figli si fanno reciprocamente. Un Dio contro cui la bestemmia sembra un complimento rispetto agli orrori che permette, anche in suo nome.

Nel mistero che dio resta per me, è più vero un dio che per bocca di Gesù ci implora a prenderci cura gli uni degli altri e a farci servi dei più deboli che un dio onnipotente da cui discendono tante verità come l'inferno, il paradiso, la trinità, l'infallibilità, la santa romana chiesa...

Che anche il mio Dio ti lasci solo e ti faccia sentire solo è esperienza fatta da me ancora oggi! Eppure non posso negare, perchè pure questa è un'esperienza fatta, la consolazione di vederselo a fianco, sputato in faccia e morto in croce al pari di tanti poveri cristi.

Non posso chiedere a nessuno di amare un simile dio nè posso convincere nessuno della sua bontà; non voglio nemmeno farlo! Ma in un contesto di amici che dicono di credere in Dio, ho voluto solo portare un pezzo della mia storia con lui, partendo dalla fine, partendo da una "illuminazione" in un monento di consolazione.

Ricordi quando quella tua storia d'amore finì tra tristezza e disperazione, quando pensasti di quell'uomo o di quella donna: "Maledetto il giorno in cui ti ho incontrato. Maledetto quel giorno perchè entrasti nel mio cuore e ormai ci resterai per sempre"? Sappi che di Dio, questa è stata una delle mie esperienze più vive!