domenica 13 maggio 2007

Perché siamo favorevoli ai matrimoni fra cattolici

Mi è arrivata e ve la giro, davvero esilarante, ed è la dimostrazione di come al pregiudizio e l'intolleranza servano solo due punti di vista il proprio e uno differente
Un errore e un’ingiustizia cercare di impedirlo. Il cattolicesimo non è una malattia. I cattolici, nonostante a molti non piaccia-no o possano sembrare strani, sono persone normali e devono godere degli stessi diritti della mag-gioranza, come fossero, ad esempio, informatici od omosessuali.
Siamo coscienti che molti comportamenti e aspetti del carattere delle persone cattoliche, come la loro abitudine a demonizzare il sesso, possono sembrarci strani. Sappiamo che a volte potrebbero emergere questioni di sanità pubblica, a causa del loro pericoloso e deliberato rifiuto all’uso dei profilattici. Sappiamo anche che molti dei loro costumi, come l’esibizione pubblica di immagini di torturati, possono dare fastidio a tanti. Però tutto ciò risponde più a un’immagine mediatica che alla realtà e non è un buon motivo per impedire loro il diritto al matrimonio.
Alcuni potrebbero argomentare che un matrimonio tra cattolici non è un vero matrimonio, per-ché per loro si tratta di un rito e di un precetto religioso assunto davanti al loro Dio, anziché di una unione tra due persone. Inoltre, dato che i figli nati fuori dal matrimonio sono pesantemente con-dannati dalla Chiesa, qualcuno potrebbe ritenere che permettere ai cattolici di sposarsi incrementerà il numero di matrimoni per via di “ciò che la gente mormora” o per la semplice ricerca del sesso (proibito dalla loro religione fuori dal matrimonio), andando così ad aumentare i casi di violenza familiare e le famiglie problematiche. Ma d’altra parte bisogna ricordare che questo non riguarda solo le famiglie cattoliche e che, siccome non possiamo metterci nella testa degli altri, non possia-mo giudicare le loro motivazioni.
Inoltre, dire che non si dovrebbe chiamarlo matrimonio, ma in un’altra maniera, non è che la forma, invero un po’ meschina, di sviare il problema su questioni semantiche del tutto fuori luogo. Anche se cattolici, un matrimonio è un matrimonio e una famiglia è una famiglia!
E con questa allusione alla famiglia, passiamo all’altro tema incandescente, che speriamo non sia troppo radicale: siamo anche favorevoli a che i cattolici adottino bambini. Qualcuno si potrà scandalizzare. È probabile che si risponda con un’affermazione del tipo: “Cattolici che adottano bambini?!? I bambini potrebbero diventare a loro volta cattolici!”. A fronte di queste critiche, pos-siamo rispondere che è ben vero che i bambini figli di cattolici hanno molte chance di diventare a loro volta cattolici (a differenza dei figli degli omosessuali o degli informatici), ma abbiamo già detto che i cattolici sono gente come tutti gli altri. Nonostante le opinioni di qualcuno e alcuni indi-zi, non ci sono tuttavia prove che dimostrino che i genitori cattolici siano meno preparati di altri a educare figli, né che l’ambiente religiosamente orientato di una casa cattolica abbia un’influenza negativa sul bambino.
Infine i tribunali per i minori esprimono pareri sulle singole situazioni, ed è precisamente loro compito determinare l’idoneità dei possibili genitori adottivi.
In definitiva, nonostante le opinioni di alcuni settori, crediamo che bisognerebbe permettere ai cattolici di sposarsi e di adottare dei bambini. Esattamente come agli informatici e agli omosessuali.

Franco Buffoni

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