sabato 15 dicembre 2007

Queerblog - Unioni Civili in Uruguay

Buongiorno a tutt*,
stamattina, appena sveglio, credevo di trovarmi in lapponia, sarà per la neve che c'è fuori della mia finestra, poi mi è bastata qualche considerazione, un giro in rete e subito ho realizzato di essere nell'amata repubblica teocratica pontificia...
Vi segnalo un post trovato su un blog molto interessante che da un po' seguo, si chiama queerblog, un blog molto tematico, che riesce a trattare di temi impegnati come l'integrazione GLBT, ma anche di frivolezze e amenità, insomma, vi consiglio di seguirlo.
Stamattina ho letto un post molto interessante, su una legge da poco passata in Uruguay, che garantisce tutta una serie di diritti anche alle unioni non eterosessuali.
Di questo passo l’Italia rimarrà davvero l’ultimo stato al mondo - assieme a Iran e Arabia Saudita - a non riconoscere alcun diritto alle coppie dello stesso sesso...

per chi volesse approfondire l'argomento:
http://www.queerblog.it/post/2750/uruguay-unioni-civili-entro-fine-anno

domenica 9 dicembre 2007

venerdì 30 novembre 2007

2 DICEMBRE ROMA RAINBOW CHOIR AGAINST AIDS



Ciao!
In occasione della Giornata mondiale per la lotta all'AIDS,
il Roma Rainbow Choir, in collaborazione con il Circolo Mario Mieli,
terrà un concerto per la raccolta di fondi da destinare alle attività di sostegno
svolte dalle associazioni in favore di malati e servizi di prevenzione.
Il concerto si terrà il 2 dicembre 2007 alle ore 20,30, presso la Chiesa Valdese di Piazza Cavour.
Saranno eseguiti brani di diverse epoche e di diversi stili, dal rinascimento allo spiritual.
Spero che ci sarai e che vorrai aiutarci a diffondere questa notizia anche ad altre persone
Grazie e a presto, Giuseppe

domenica 25 novembre 2007

Ne' carcere, ne' riformatorio

Il corriere riporta questa notizia:

" Cinque contro uno. Motivo: «Sei gay». La vittima, un ragazzo di 20 anni, picchiato con violenza dal «branco» a Bari. L'episodio è raccontato dalla Gazzetta del Mezzogiorno. I cinque hanno chiamato per nome la vittima e, prima di prenderlo a calci e a pugni, lo hanno accusato di essere un omosessuale. È successo nella notte in viale Unità d'Italia: le poche persone di passaggio in quel momento non sono intervenute. Il ragazzo, ricoverato in ospedale, ha riportato contusioni varie e una leggera frattura all'omero che potrebbe pregiudicare la sua attività di musicista.

NORME CONTRO OMOFOBIA - Duro il commento di Aurelio Mancuso, presidente dell'Arcigay. «Questo ulteriore episodio conferma ciò che stiamo sostenendo in questi mesi e cioè che esiste un clima d'odio, di cui sono responsabili le destre e la gerarchia cattolica, che sta colpendo fisicamente le persone omosessuali. L'unica vera risposta che ci attendiamo è l'approvazione immediata, per decreto, delle norme contro l'omofobia»."

Purtroppo notizie come questa non guadagnano i clamori delle prime pagine, eppure quel che mi interessa davvero non è la notizia in sè, ma sapere che fine hanno fatto quei 5 criminali.
In questi casi il carcere o il riformatorio non servono: occorre lo stigma sociale. Proprio come oggi alcuni stupidi usano la parola "gay" come insulto, mi piacerebbe poter usare la parola "omofobo". Niente carcere, nè riformatorio, ma un disprezzo formalizzato. Come fare per ottenerlo?

martedì 6 novembre 2007

Don Benzi: pace all'anima sua... ma?

Durante le mie scorribande mattutine sul web mi sono imbattuto in un video tratto dalla trasmissione "Le Iene" in cui venivano messe a confronto le opinioni di Don Franco Barbero e del fu Don Oreste Benzi in tema di omosessualità.
Non metto in dubbio che attraverso Don Oreste Benzi operasse la Provvidenza mentre salvava decine di schiave del sesso dalla loro prigionia, ma vi chiedo, è lecito pensare che non fosse la voce di Dio a parlare attraverso lui quando affermava tout court che due omosessuali che si amano devono separarsi?
Questa è solo una delle condanne che ci vengono scagliate contro come lame affilatissime, che a definirle anacronistiche si rischia di andare oltre l'eufemismo.
L'eterno riposo doni a lui il Signore, ma un po' di luce splenda anche su di noi: un po' di sano illuminismo credo che farebbe tanto bene nel neomedioevo in cui sembra ci troviamo!

mercoledì 24 ottobre 2007

Che ne pensate



Questa è la campagna della regione Toscana contro la discriminazione sessuale.
Io plaudo! Mi oriento :) sempre più sulla ereditarietà dell'orientamento sessuale. Questo perché sui libri di psicologia evolutiva e psicologia dinamica (psicoanalisi) che sto studiando sempre più si ammette l'ereditarietà dei tratti del carattere... Se la socievolezza, l'attività, l'emotività, l'intelligenza sono geneticamente determinati (ovvero risentono di una imprescindibile componente ereditaria) perché questo non dovrebbe succedere per l'orientamento sessuale?

che ne pensate???

30.000 al Pride?? BUBBOLE!!!

CLICCA QUI PER UNA IMMAGINE DALL'ALTO del GAY PRIDE 2007
(AGI) - Roma, 23 ott - Il Sinistra Day ha visto in piazza la partecipazione di "circa 100mila persone". I dati sono del Viminale che parla di una "manifestazione nazionale organizzata da Rifondazione comunista, Comunisti italiani e dall'organizzazione sindacale Fiom".

Il Viminale rende noti anche i dati delle altre manifestazioni del 2007: manifestazione di An del 13 ottobre a Roma circa 70mila persone; manifestazione di Grillo a Bologna dell'8 settembre circa 30mila persone; gay pride a Roma del 16 giugno circa 30mila persone; manifestazione anti Bush a Roma del 9 giugno circa 10mila persone; Family day a Roma del 12 maggio circa 200mila persone; manifestazione a Vicenza contro l'ampliamento della base Usa del 17 febbraio circa 80mila persone.



ehm...Ma che stiamo a pazzià? io ci sono stato in mezzo a 20.000 30.000 persone. Sono stato al World Pride (500.000 persone)... la differenza è evidente.

Ma comunque con GIULIANO AMATO, famoso omofobo (ricordate la felicissima espressione in occasione del World Pride: "Purtroppo siamo in democrazia e non possiamo proibire questa manifestazione" ?) e ateo devoto che ci si può aspettare?
Intanto ripassiamo la foto che è stata pubblicata proprio su questo blog... scommettiamo che a contare arriviamo a più di 30.000?

mercoledì 17 ottobre 2007

INSULTI DA STADIO. LO STRISCIONE "NAPOLEONE CULATTONE" E "VOI TRANS NOI ALPINI" RICEVONO UN PREMIO

Si tratta del premio Sandro Ciotti
per incoraggiare striscioni e sfottò intelligenti


Roma, 17 ott. - "In Italia la legge per chi insulta allo stadio non e' uguale per tutti: il 31 la curva nord dell'Inter sara' chiusa per gli striscioni razzisti contro i napoletani, allo stesso tempo pero', chi insulta con striscioni la comunita' gay e trans non solo non viene punito ma addirittura si ritrova candidato a ricevere un premio.

E' successo domenica scorsa a Montalto di Castro al premio Sandro Ciotti per la creativita' degli striscioni e per "incoraggiare gli sfotto' intelligenti"''.

Le denuncia viene da Wladimir Luxuria, che spiega il fatto: ''La giuria ha trovato intelligente lo striscione 'Napoleone culattone' durante la partita Italia-Francia e lo striscione 'Voi trans noi alpini'''.

A suo giudizio, ''lo stralcio della legge sull'omofobia deciso in Commissione Giustizia e' un passo importante verso il rispetto per tutti, contro l'incitamento all'odio e alla violenza anche verbale per un concetto nuovo di sport civile e inclusivo".

sabato 13 ottobre 2007

CONFESSA IN TV DI ESSERE GAY IL VATICANO SOSPENDE ALTO PRELATO

Riconosciuto attraverso le riprese della trasmissione Exit
sabato 13 ottobre 2007 , di Repubblica.it


di ORAZIO LA ROCCA

CITTA' DEL VATICANO - Scandalo all'ombra di S. Pietro. Le autorità vaticane tre giorni fa hanno sospeso dall'incarico e sottoposto a procedimento disciplinare un monsignore capoufficio di uno dei più importanti dicasteri pontifici, la Congregazione per il Clero, il "ministero" pontificio retto dal cardinal-prefetto Claudio Hummes, brasiliano, che sovrintende, tra l'altro, alla gestione degli oltre 400 mila sacerdoti presenti in tutte le diocesi del mondo e alla formazione religiosa di seminaristi e catechisti.


Motivo: l'alto prelato - un monsignore di circa 60 anni ben portati, titolare di rubriche giornalistiche su siti attenti alla vita della Chiesa e del Vaticano, tra i volti più noti dell'emittente cattolica Telepace dove per anni ha curato rubriche a carattere religioso - avrebbe preso parte, anonimamente, alla discussa prima puntata di Exit presentata da Ilaria D'Amico e andata in onda il primo ottobre scorso sull'emittente La7, che tra i reportage trasmessi ha presentato anche una inchiesta sull'omosessualità dei preti nella Chiesa cattolica.


Nel servizio, quattro persone che si presentavano come sacerdoti, ripresi con volti e voci contraffatte con alle spalle edifici religiosi con flash puntati pure sullo sfondo di piazza San Pietro, avevano confessato le loro preferenze sessuali, ammettendo senza troppi giri di parole di essere gay.


Uno dei quattro intervistati, stando a quanto hanno verificato i vertici della Congregazione per il Clero, sarebbe uno dei monsignori che ricopre la carica di capo ufficio nello stesso dicastero. Un alto prelato fino a pochi giorni fa in "ascesa" nell'establishment vaticano, perché titolare di altri due importanti incarichi, alla Commissione speciale per la trattazione delle cause di dispensa dei sacerdoti e alla Peregrinatio Ad Petri Sedem, l'organismo responsabile dei pellegrinaggi in arrivo in Vaticano, nell'ambito del quale operava nella Consulta pastorale.


Nell'intervista concessa ad Exit si vede che il monsignore fa accomodare spontaneamente nel suo ufficio il suo interlocutore al quale rivela con molta naturalezza la sua omosessualità, spiegando persino di "non sentirsi in peccato", ma di doverlo fare di nascosto per non essere richiamato dai superiori vista l'attuale ferma opposizione della dottrina cattolica in materia di celibato sacerdotale ed omosessualità.

Quasi un guanto di sfida sul piano della pastorale sociosessuale lanciato alle autorità pontificie dall'interno del Vaticano, nella convinzione di poter parlare liberamente perché protetto dall'anonimato.

Ma non tutto - a quanto sembra - è andato per il verso giusto, perché subito dopo la messa in onda del servizio in Vaticano qualcuno ha riconosciuto la stanza dell'incauto sacerdote trasformata in improvvisato set per registrare l'intervista, e dove si sospetta possa essere avvenuto anche qualche "episodio" a luci rosse.

Riconosciuti nel filmato pure l'ascensore di accesso alla Congregazione del Clero e la porta di ingresso del dicastero, ripresi dalle telecamere mentre il prelato fa accomodare l'intervistatore. Dopo una più attenta verifica del servizio ed una veloce inchiesta interna, facilitata anche dal fatto che l'unico a tenere la chiave dell'ufficio era il capo ufficio incriminato, il monsignore è stato immediatamente sospeso dall'incarico e denunciato alle autorità giudiziarie pontificie che hanno subito aperto un fascicolo a suo carico.

Da tre giorni la porta dell'ufficio è chiusa a chiave, nessuno vi può entrare, il telefono squilla a vuoto, sia quello del posto di lavoro del monsignore che quello di casa. Non si sa se dopo la sospensione si arriverà al licenziamento, eventualità che dovrà essere presa in considerazione dal tribunale pontificio dopo un dibattimento previsto dalle leggi vaticane. Da qualche giorno, però, dell'alto prelato si sono perse le tracce.

(13 ottobre 2007)



Il mio (s)passionato commento:

vidi la trasmissione in oggetto, che brillava per evidente mancanza di documentazione - le interviste (tutte vere lo so) erano tuttavia tutte attaccabili - chiunque avrebbe potuto organizzare una frescaccia finta e spacciarla per vera. Niente verifiche. Ora piomba sulla trasmissione e i sui redattori una plateale patente di "ottimo e veritiero" giornalismo.

Un autogol della Santa Sede...

Mi spiace molto tuttavia che questo sia avvenuto: io personalmente come pure il movimento, non ci guadagniamo assolutamente nulla.

Sia chiaro che non vedo di buon occhio chi vive secondo una doppia morale, l'intervista a questo alto prelato grondava di un senso di assoluta impunibilità, che non c'era nelle interviste in cui le giustificazionni teologico-morali stentavano a mascherare la lacerazione e il senso di colpa. Solo mi chiedo a chi e a cosa serva un capro espiatorio.

Serve sicuramente alla gerarchia vaticana per intimidire chi al suo interno può minare le sue fragili ragioni in materia di etica sessuale. Serve al pubblico cattolico, sempre più di destra, sempre più retrivo, per sentirsi leggittimato e al sicuro da certe "deviazioni". MA NON SERVE SICURAMENTE A NOI GAY, primo perchè hanno colpito un gay come noi, secondo perchè è stato colpito per nascondere e colpirci, terzo perchè questo "sacrificio" di uno per salvare i molti finisce inesorabilmente per esacerbare chi ci vuole "fuori" da tutto sempre e comuque.

I redattori di "Exit" sono stati bravi davvero? Fino a dove arriva il dovere di cronaca rispetto al diritto all'intimità? Hanno aggiunto qualcosa a quello che noi già da sempre sappiamo, anche sulla nostra pelle? Il privato è politico? Ed il politico è sempre anche pubblico?

Secondo me qualche accorgimento in più lo potevano prendere...

Stefano

martedì 9 ottobre 2007

CORTE EUROPEA DI GIUSTIZIA. AVVOCATO GENERALE CHIEDE LA PENSIONE DI REVERSIBILITà PER I CONVIVENTI GAY

Effetto Domino Assicurato. Anche Nell'italia Sospesa Tra Dico E Cus
martedì 09 ottobre 2007 , di ItaliaOggi


Woody Allen fa giurisprudenza: Mitica battuta del regista tra gli atti della Corte di giustizia Ue



A parlare di sesso, è matematico, ci scappa la battuta. Se poi è di Woody Allen si va sul sicuro e si fa un figurone. Risata garantita. Lo sanno bene quattro amici al bar, i ragazzini sul muretto della scuola e anche l'avvocato generale della corte di giustizia della Comunità europea, lo spagnolo Dàmaso Ruiz Jarabo Colomer che del regista newyorkese è sicuramente un fan sfegatato. Al punto che ha piazzato una mitica battuta di Woody Allen, passata alla storia, tra citazioni, direttive, sentenze e articoli di legge allegati alla domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte di Lussemburgo sulla possibilità di una pensione di reversibilità al superstite di una coppia omosessuale. Insomma, si parla di sesso e di discriminazioni, di omosessuali e convivenze e per confutare la sua tesi («l'inserimento nel trattato del diritto al rispetto per l'orientamento sessuale assume un maggior rilievo in riferimento alla constatazione che non tutti gli stati membri ripudiano questo tipo di discriminazione») non trova nulla di più efficace che citare: «Ci sono persone omosessuali, persone eterosessuali e persone che non sono affatto interessate al sesso e diventano avvocati», battuta tratta dal film Amore e guerra (Love and death) del 1975. All'avvocato sicuramente non interessano le arringhe dei colleghi sotto le lenzuola, piuttosto sostenere che «sebbene il sarcasmo intenda palesare la difficoltà che il diritto incontra nel regolare l'effettività, il mondo giuridico può condizionarla con intensità variabile».

Insomma, anche Woody Allen è buono per la causa. E la causa è seria. I fatti partono da una domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla corte suprema amministrativa di Monaco di Baviera. Alla base c'è una controversia nata a seguito del mancato riconoscimento di una pensione al superstite di una coppia omosessuale. In pratica il 17 febbraio di due anni fa tale Tadao Maruko, dopo la morte del suo compagno avvenuta il 12 gennaio, chiede una pensione vedovile che però la corte suprema amministrativa di Monaco nega poiché «lo statuto non tutelava tali prestazioni di reversibilità per i contraenti di unioni civili registrate». In pratica, per la corte bavarese «l'interpretazione dei termini vedovo, vedova, marito e moglie non può essere estesa alle unioni civile registrate, riservate a coloro che non possono contrarre matrimonio». Di qui l'azione giudiziaria. Il caso finisce nelle mani dell'avvocato generale, lo spagnolo Colomer. Che dopo una valanga di citazioni, tra le quali anche la famosa battuta di Woody Allen, suggerisce alla Corte di giustizia di risolvere le questioni pregiudiziali giunte da Monaco dichiarando che «una pensione di reversibilità del tipo di quella richiesta, rientra nel campo di applicazione della direttiva 2000/78/Ce che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, senza costituire un pagamento effettuato da un regime statale di previdenza sociale o da un regime assimilabile». Non solo. Dice, infatti, l'avvocato generale che «rifiutare la pensione perché non è stato contratto matrimonio, riservato alle persone di sesso diverso, quando è stata formalizzata un'unione con effetti sostanzialmente identici fra persone dello stesso sesso, presuppone una discriminazione indiretta fondata sulle tendenze sessuali, contraria alla direttiva 200/78, e spetta al giudice nazionale verificare se la posizione giuridica dei coniugi sia simile a quella dei componenti delle unioni civili registrate».



Adesso non resta che attendere la decisione della corte di giustizia Ue che potrebbe avere effetti comunque sui quei paesi che hanno dato riconoscimento pubblico alle convivenze sessuali. Difficile, ma possibile l'effetto domino anche in altri paesi. Come l'Italia che perde la testa tra Pacs, Dico e Cus. (riproduzione riservata)

lunedì 8 ottobre 2007

Adista compie 40 anni

Leggo sul sito di Adista, l'ottima rivista che informa sulle realtà teologiche ed ecclesiali non spiaccicate sulle posizioni gerarchice del cattolicesimo romano... e non solol....
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A d i s t a
compie 40 anni


FESTEGGIA CON NOI

vieni a Roma, il 15 ottobre 2007 alle ore 18,
alla Casa Internazionale delle donne (via della Lungara, 19) per un

Incontro-dibattito con la redazione di Adista

Adista 1967-2007: 40 anni di informazione ecclesiale visti da un’altra parte

Interviene Giancarlo Zizola: “L’informazione nella Chiesa nel postconcilio”

Dopo l’incontro è previsto un piccolo rinfresco e un brindisi con tutti i presenti

Per informazioni:
tel. 06/6868692 – fax 06/6865898 e-mail: info@adista.it


Chi desidera fermarsi al rinfresco è pregato di confermare la propria presenza

martedì 2 ottobre 2007

La Iervolino nuova icona gay?

Be' leggevo quest post e il dubbio mi è venuto...

sabato 29 settembre 2007

Conclavissima

Cosa è successo davvero al conclave del 2006? "Conclavissima" dà una risposta plausibile. Le altre puntate sono tutte su youtube.

martedì 25 settembre 2007

Pizza? che pazza idea!

Ok! ho scritto un titolo del c... ma l'ho fatto per un buon motivo: attirare la nostra smorta attenzione di fine vacanza!

Stanchi? Annoiati? Opachi?

PIZZAGAPE!!!

una bella pizza per tutti i residenti Roma (ma anche altri se vorranno!) per ritrovarci prima di un anno...

Propongo venerdì 5 ottobre 2007 ore 20.30 da qualche parte...
Aspetto adesioni isteriche in massa!

Il discorso della montagna del dialogo interreligioso


"Quando entri in un dialogo intrareligioso, non pensare prima ciò che tu devi credere.

Quando tu dai testimonianza della tua fede non difendere te stesso o i tuoi interessi costituiti, per quanto ti possano apparire sacri. Fa come gli uccelli del cielo che cantano e volano e non difendono la loro musica e la loro bellezza.

Quando dialoghi con qualcuno, guarda il tuo interlocutore come una esperienza rivelativa, come tu guarderesti – o ti piacerebbe guardare – i gigli dei campi.

Quando intraprendi un dialogo intrareligioso cerca di rimuovere la trave dal tuo occhio, prima di rimuovere la pagliuzza dall’occhio del tuo vicino.

Beato te quando non ti senti autosufficiente mentre sei in dialogo.

Beato te quando credi all’altro perché tu credi in Me.

Beato te quando affronti incomprensioni da parte della tua comunità o di altri a causa della tua fedeltà alla verità.

Beato te quando non attenui le tue convinzioni e tuttavia non le presenti come assolute.

Guai a voi, teologi ed accademici, quando trascurate ciò che gli altri dicono perché lo considerate imbarazzante o non sufficientemente "scientifico".

Guai a voi, praticanti delle religioni, quando non ascoltate il grido dei piccoli.

Guai a voi autorità religiose, perché impedite il cambiamento e la (ri)conversione.

Guai a voi, gente religiosa, perché monopolizzate la religione e soffocate lo Spirito che soffia dove vuole e come vuole."

Raimundo Pannikar teologo (Il dialogo intrareligioso, Cittadella Editrice)

lunedì 24 settembre 2007

24 sett. - DICHIARAZIONE DI UTRECHT

oggi è la festa della chiesa VETERO CATTOLICA vi do delle informazioni..

Il 24 settembre del 1889, presso la residenza dell'Arcivescovo di
Utrecht: Johannes Heykamp, quattro vescovi e l'arcivescovo stesso,
sottoscrissero la "Dichiarazione di Utrecht", in cui furono enunciati
i "Principi" della Chiesa Vetero Cattolica; Chiesa con valida
Successione Apostolica,i cui sacramenti sono ritenuti validi, non
solo dalla Chiesa Anglicana con cui è in piena comunione, ma anche
dalla Chiesa Cattolica Romana, che la ritiene Chiesa "separata" al
pari delle Chiese Ortodosse, ma non eretica. I cinque vescovi
fondatori, affermarono la loro volontà di rimanere vincolati alla
fede della "vecchia Chiesa", così come dichiarato nei simboli
ecumenici del I millennio. Sono quindi respinti i decreti del
Concilio Vaticano I, sull'infallibilità in campo teologico e morale
del papa di Roma e sul suo preteso "episcopato universale". E' pure
respinto, al pari di tutte le Chiese Ortodosse e della Riforma, il
dogma di Pio IX sull'Immacolata Concezione e le
Costituzioni: "Unigenitus", "Autorem Fidei", "Syllabus". Viene
respinto in fine il Concilio di Trento nelle decisioni dogmatiche
riguardanti la disciplina. La Chiesa Vetero Cattolica dell'Unione di
Utrecht, mantiene i 7 sacramenti. Uomini e donne possono accedere
a tutti i ministeri ed hanno uguali diritti e pari dignità nella
Chiesa; il celibato e l'orientamento sessuale non vengono richiesti e
non sono discriminanti per i candidati al ministero. La struttura
della Chiesa è Episcopale-Sinodale e tutte le decisioni vengono prese
democraticamente dal Sinodo, composto da Ministri Ordinati e da
Laici. L'Arcivescovo di Utrecht presiede alla comunione della Chiesa.

questa chiesa che frequento e in cui molto probabilmente entrerò tra le sue peculirità oltre chen ad essere cattolica a tutti gli effetti, ad avere donne prete, nessun celibato per i ministri e nessun problema con i rapporti prematrimoniali ha il DIVIETO di discriminare in base allorientamento sessuale!!!!!

per chi volesse approfondire

www.chiesaveterocattolica.org
http://groups.msn.com/amore
1 bacio a tutti
giuseppe

mercoledì 19 settembre 2007

Spider Pork!... imperdibile

Ho corretto il link caricando un video fruibile!!!
mi raccomando: una volta al giorno toglie il medico di tornooooooo!!!

TI AMO SPIDER POOOOOOOORK!!!!!




domenica 16 settembre 2007

Lo scandalo della libertà

Vi posto una pagina del mio diario. E' il ricordo del 14 agosto di quest'anno in cui don Franco Barbero ha unito due amici di Mesagne. E' una pagina intima, forse un po' criptica, ma è una pagina mia, in cui ricordo come mi sono scandalizzato davanti alla libertà di un uomo al di fuori delle convenzioni ... ma è anche della mia capacità di sueprare questi limiti dello scandalo.
Ve la riporto pari pari dal mio diario.

"Ho incontrato don Franco Barbero e ne sono rimasto scandalizzato.
È stato il 14 agosto di quest’anno, giorno di martirio.
Non fraintendetemi, la pietra dello scandalo non era lui, ero io … ed ho sentito risuonare il Vangelo.
L’incontro di per sé è stato semplice, come lo è lui, forte nell’occasione di un unire nell’Amore (sì, quello con la “A” maiuscola) due ragazzi.
Sono rimasto scandalizzato dalla mia resistenza e mi sono scoperto fariseo.
Credo che il messaggio di Gesù di Narateth, il Messia, abbia risuonato nella stessa maniera nel cuore degli ebrei dell’epoca (e non solo nei farisei) tutti invischiati di una Torah che non lasciava spazio alla libertà dell’uomo e nello stesso tempo ha risuonato come un annuncio di liberazione … “a proclamare la libertà degli schiavi”: davanti ad un uomo libero scopri le tue catene (e come non ricordare Platone nel mito della caverna e Socrate che in esso vi è rappresentato).
Ed ho avuto la grazie di vedere le mie catene, fatte di riti e di sicurezze, di teologia e di filosofia, ma anche di gerarchia e di popolo, di normalità. Ed ho avuto la grazia di ribellarmi alle catene e non all’uomo e di non demonizzare le une e l’altro.
Ora posso dire “ciò che le nostre orecchie hanno udito lo annunciamo a voi perché la vostra gioia sia piena”: Dio ci fa liberi, liberi e responsabili.
4 settembre 2007

Francesco"

venerdì 7 settembre 2007

UCOII.... dolci come Himmler, affabili come Goebbels?

Eccolo qui!
Uno stupendo commento dell'UCOII che, per chi tra noi non lo sapesse, è la più importante associazione di rappresentanza mussulmana in Italia.
Quanta cara dolcezza nelle parole che leggeremo, quanta pacata affabilità... Più passa il tempo, più mi convinco che le religioni del Libro abbiano alla violenza nel DNA. Inutile cercare di cambiare: si può trasformare un lupo in un cane pastore, ma se non si sorvegliano ed educano, tornano lupi. E a me di far la pecora va sempre meno....
Viva l'Illuminismo! SAPERE AUDE!

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ROMA, 6 SET - L'omosessualità è un peccato per l'Islam, ma nel caso di Pegah Emambakhsh ''lo Stato italiano può dare aiuto per salvare un'anima dal peccato''.

E' l'opinione di Noureddine Chemmaoui, responsabile del dipartimento di affari sociali e diritti umani dell'Ucoii, in merito alla lesbica iraniana che rischia l'espulsione dal Regno Unito e la condanna a morte nel suo paese. Per un'accoglienza in Italia della donna, con lo status di rifugiato, si sono nei giorni scorsi pronunciati anche vari esponenti del governo.

''E' giusto che una persona sia giudicata in base alle leggi del suo paese, dove molto dipende anche dal giudice - ha anche precisato l'esponente dell'Unione delle comunità islamiche in Italia - e può essere che trovi una soluzione. Ma non voglio danneggiare la ragazza''.

La decisione spetterebbe insomma allo Stato italiano, come e' avvenuto in altri casi con quello - ha ricordato - del turco Ocalan.

''Anche nei paesi musulmani ci sono gli omosessuali - ha concluso - la cui condizione e' un peccato o una malattia, ma possono anche non dichiararlo''.

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Nota stampa. Grillini (Sd) a Ucoii, inaccettabili dichiarazioni su Pegah, L’omosessualità non è una malattia

Sono del tutto inaccettabili le dichiarazioni di Noureddine Chemmaoui, responsabile del dipartimento di affari sociali e diritti umani dell'Ucoii (l’Unione delle comunità islamiche in Italia), a proposito di Pegah, la lesbica italiana che rischia di dover essere lapidata nel caso che il governo inglese decida di rimpatriarla.
Ci pare spaventosa, per una responsabile diritti umani, l’insistenza con la quale parla di lesbismo come peccato al quale l’Italia potrebbe offrire una possibile redenzione.
Nel caso specifico, poi, non è giustificabile che si rivendichi l’applicazione delle leggi del paese d’origine, come fa la Chemmaoui: “E' giusto che una persona sia giudicata in base alle leggi del suo paese, dove molto dipende anche dal giudice”.
In Iran, lo ricordiamo, per coloro che la rappresentante definisce “malati” e “peccatori” c’è la pena di morte.
Le parole insultanti di Noureddine Chemmaoui, in rappresentanza del fanatismo islamico, sono offensive e vanno rispedite al mittente a cui ricordiamo, en passant, che l’omosessualità non è una malattia.
Bizzarro è infine che l’Ucoii riconosca l’esistenza di omosessuali nel mondo islamico ma che immagini che possano “anche non dirlo”. Il coming out è il primo passo per una vita serena, per un omosessuale, e in molti paesi islamici i gay non escono allo scoperto per tutelarsi la vita.
E' penosa una società che costringe al silenzio, alla doppia vita e alla clandestinità il diverso.
Le dichiarazioni dimostrano che l’Ucoii è una organizzazione integralista, che non rappresenta il moderatismo islamico, e che non è meritevole della convenzione con lo Stato.



On. Franco Grillini

giovedì 6 settembre 2007

Valdesi contro l'omofobia

Roma (NEV), 5 settembre 2007 – Il Sinodo valdese e metodista riunito a Torre Pellice (TO), (26-31 agosto 2007) con l’approvazione di un ordine del giorno "contro l’omofobia" ha invitato le chiese ad appoggiare organizzazioni, gruppi e iniziative tese a sensibilizzare l’opinione pubblica contro il pericolo strisciante dell’omofobia. Pertanto il Sinodo ha espresso "la propria solidarietà alle persone omosessuali oggetto di discriminazioni e persecuzioni, la propria preoccupazione per il repentino aumento degli episodi di omofobia sociale e fisica in Italia, la propria condanna ferma ed assoluta verso le persecuzioni e le condanne capitali emesse in molti paesi nei confronti di persone omosessuali". La presa di posizione parte dalla "condizione di discriminazione sociale e legislativa in cui versano molte persone omosessuali nel nostro paese che, limitando oggettivamente il loro diritto ad avere una affettività serena e responsabile, le rende oggetto di violenza fisica e psicologica" e sulla "situazione, lesiva per i fondamentali diritti umani, a cui sono sottoposti milioni di omosessuali nel resto del mondo là dove le persone omosessuali sono esposte a persecuzioni nell’indifferenza quasi assoluta dei governi occidentali".

Bravi i Valdesi che danno il buon esempio, mi sono sempre più simpatici. ^____^

mercoledì 29 agosto 2007

Dire, fare, baciare...

Ciao a tutt*!

io ed un mio amico, che spero di "trascinare" al prossimo Agape, ci siamo messi a chiacchierare e ci è venuta un abbozzo di mezza idea sconclusionata... :D
Siccome mi fido del vostro giudizio ve la riporto nuda e cruda...
Poiché ci sembra che la "comunità" gay si risolva solo nell'organizzazione delle manifestazioni (sacrosante) e nella partecipazione ad eventi mondani :D come serate in discoteca (altrettanto sacrosante), ci era venuta voglia di fare anche altro. Ci sono associazioni glbt che si occupano lodevolmente di promuovere iniziative di solidarietà, ad es. la GayHelp Line dell'ArciGay, o i tanti servizi di assistenza del Mario Mieli o di Agedo. Cito quelle di cui ho sentito parlare, ma sono sicuro che ce ne sono tantissime altre, tutte lodevoli. Così ci è venuto da pensare che quello su cui puntare è la solidarietà orizzontale, tra gay e gay, in cose semplici e di quotidiana necessità. Faccio un esempio: qualche anno fa un mio conoscente ormai non più giovanissimo, ma non certo decrepito :D, raccontò una storia bruttissima - era stato costretto a letto da una forte influenza ed era rimasto solo, senza parenti vicini che potessero aiutarlo ma soprattuto senza qualcuno che semplicemente potesse andare a comprargli l'aspirina o preparagli la tristissima minestrina del malato... Certo gli amici sono il frutto di una vita, ma questa storia mi ha colpito molto. Chiunque può trovarsi in quella situazione. Insomma vorremmo fare qualcosa di questo tipo: persone lgbt che offrono del tempo per altre persone lgbt con la necessità di un po' di aiuto, senza che questo (almeno per ora) diventi un'offerta di assistenza specializzata - tutto dovrebbe svolgersi su un piano di parità. Una specie di Gaia Banca del Tempo. in questo modo, peraltro, potremmo anche costruire una specie di patto generazionale all'interno della comunità lgbt... oltre a contribuire a costruirla davvero, visto che comunità ha nella sua etimologia il mettere in comune, cioè il donare.
Che ne dite? Mi piacerebbe sentire le vostre idee in merito, o se qualcun* è interessato...

Bacioni!!!

Stefano

martedì 28 agosto 2007

Cannibali

Per i timidi, quelli che non frequentano i locali, che hanno timore di internet, che fuggono dai gay "evidenti" per evitare ogni possibile ripercussione negativa sulla loro immagine etero, per loro, dicevamo, la vita non è facile: come possono trovare un partner che possa soddisfare le esigenze sessuali, senza dare nell'occhio e soprattutto evitando spiacevoli equivoci? Ma via, è la letteratura che ce lo insegna! Bisogna cercare tra gli omofobi più intransigenti, tra i colleghi che a mensa ti parlano di "quei froci", tra i religiosi più timorati da Dio, tra i politici della destra reazionaria, nell'esercito maschilista, tra i talebani della castità.

Ecco un altro caso di "American Beauty". Signori, Larry Craig.

venerdì 10 agosto 2007

Attacco alle donne. E non solo

Questa è una lettera che ho trovato su "Rivista Anarchica on line" mese estivo n° 328.
Gianni

A chi usufruisce di certi diritti da sempre, questi diritti sembrano cosa ovvia e pertanto “ naturale”. Non ci si ferma a pensare che i diritti rispecchiano le forze in campo e non sempre è vero il detto che ai diritti corrispondano uguali doveri. Guardando obiettivamente la situazione delle donne nel sociale si nota subito che sono subissate da doveri famigliari, di coppia, filiali ecc. ma non sono, nemmeno se oberate dai doveri, appieno cittadine (essendo di fatto ancora discriminate in molti contesti) ed è sempre osteggiata la loro autodeterminazione. Dell’ostracismo verso le donne, come di quello verso tutt* i divers* , chi è portatore da sempre di diritti può non accorgersi e può essere che non gliene importi nulla, semplicemente perché non intacca la qualità della sua vita. È su cose apparentemente scontate come queste che le chiese e i fondamentalismi giocano la loro partita. Far apparire aberrante chi chiede condivisione di diritti e quindi di essere a tutto tondo portator* di cittadinanza. Si fomenta l’odio con un insieme di discorsi che si appellano al privilegio, mai chiamandolo privilegio, ma facendolo apparire una cosa tanto legittima da non potersi toccare, anche minimamente. La posta in gioco, ribadita attraverso un odio atavico ( e non vi è altro nome per le discriminazioni che scrivono e ratificano l’abuso in ogni forma) è almeno doppia:

Il primo obiettivo è l’autodeterminazione delle donne. Mai accettata, è ora sottoposta a un attacco che mina la dignità umana del soggetto femminile. Le vengono anteposti anche i feti. Viene ribadito che per il femminile del mondo solo il sacrificio è un valore e dà valore. Siamo a una delle riedizioni moderne del satì (il rogo delle vedove) che è poi il chiedere di non esistere se non in funzione di quello che vogliono gli altri per te.

Il secondo obiettivo è naturalizzare la differenza uomo-donna in chiave antilesbica e gay. Quel che preme è ribadire che non c’è uscita dalla coppia uomo-donna. Chi lo fa è ne soffra. Quindi la famiglia eterosessuale normativa diventa un fatto voluto da Dio e niente può esserle equiparato, perché verrebbe messa in forse la certezza non solo dell’eterosessualità (con i suoi miti di complementarietà) , ma si evidenzierebbe la complessità della costruzione dei soggetti e quindi che non siamo un mero dato biologico e tanto meno un effetto “ naturale o meno naturale”. A questo si aggiunga che la biologia riconosce ormai l’esistenza di più di due sessi mentre le chiese su questo abilmente sorvolano. Pochi sanno dell’esistenza di persone intersessuali e l’accanimento medico per ridurre questi soggetti alla norma, ha qualcosa che ci porta alla mente l’uso nazista della medicina. Si riducono inoltre all’inesistenza tutt* i soggetti transgender e transessuali. La posta in palio per le chiese e i poteri che queste supportano è alta. È il mantenimento del loro status privilegiato. I privilegi nascondono sempre oltre al primato simbolico di un sesso sugli altri sessi, come anche di una razza sulle altre, di una classe sulle altre, un interesse concreto sia economico che politico. Le cose vanno insieme.

Cose sapute e risapute, ma l’odio giocato in modo esemplare sulla stampa, nelle parrocchie, nelle associazioni ecc. occulta i dati di fatto. Semplificare tutto in questo modo, usando il naturale per rendere la complessità di tante vite superflua, è una cosa sporca. Sorprende solo in parte che cadano nella rete persone che si pongono come attente al sociale, ai suoi movimenti e idee. Non sorprende la vile spregiudicatezza di chi dice di non volere la discriminazione di lesbiche e gay e poi parla per negare loro i più elementari diritti: diritto all’affetto, alla vicinanza, all’amore, alla partecipazione a una comunità condivisa che veda riconosciuti i suoi lutti, le sue nascite, i suoi figl*… e tutto quello che rende cittadin* e prima ancora esseri umani.

Nadia Agustoni(Bergamo)

giovedì 9 agosto 2007

Una Buona Notizia

In breve da Ansa:
La chiesa evangelica luterana di Svezia ha partecipato lo scorso 4 agosto per la prima volta allo Stoccolma Pride, marcia gay alla quale hanno sfilato 60.000 persone. Una trentina di pastori luterani ha marciato sotto il sole, dietro ad uno striscione che recitava: "L'amore è più forte di tutto", tra la folla che sfilava nelle vie della città e al ritmo della musica tecno e pop. La Chiesa luterana di Svezia ha motivato la sua partecipazione con la necessità di "rompere il grande silenzio delle masse" sulle minoranze sessuali.

Gentilini:"Pulizia etnica contro i culattoni"

Leggendo su repubblica on line mi sono imbattuto in questo articolo: http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/cronaca/gentilini-omosessuali/gentilini-omosessuali/gentilini-omosessuali.html
seguite il link, oppure leggete il corpo dell'articolo che ho allegato nel post...
sono parole che fanno accapponare la pelle, parole gravissime, che un pubblico ufficiale, come un sindaco o assimilabile non dovrebbe mai pronunciare, specie in un paese che si definisce civile. Sono indignato...


TREVISO - C'è bisogno di iniziare una "pulizia etnica contro i culattoni". Con queste parole durissime Giancarlo Gentilini, prosindaco leghista di Treviso, ha dichiarato guerra agli omosessuali. Colpevoli di aver trasformato il parcheggio di via dell'Ospedale in un luogo di incontro dove si consumano rapporti sessuali, suscitando le proteste degli abitanti della zona. "Darò subito disposizioni alla mia comandante dei vigili urbani affinché faccia pulizia etnica dei culattoni - ha detto ai microfoni di Rete Veneta l'ex sindaco sceriffo della Lega, riportano oggi i quotidiani locali - Devono andare in altri capoluoghi di regione che sono disposti ad accoglierli. Qui a Treviso non c'è nessuna possibilità per culattoni e simili".

Gentilini è famoso per essere stato più volte protagonista di polemiche infuocate, l'ultima delle quali dopo il pestaggio dell'onorevole Vladimir Luxuria da parte della polizia russa. A tenere banco soprattutto le sue dichiarazioni sugli extracomunitari, che aveva definito "perdigiorno", suggerendo che "i gommoni degli immigrati devono essere affondati a colpi di bazooka".

E adesso ha annunciato un "giro di vite" contro gli omosessuali e gli scambisti. "Useremo la videosorveglianza per stroncare il via vai di scambisti", denunciato dagli abitanti nel parcheggio "a luci rosse", dove è stata segnalata anche la presenza di prostitute. "Darò disposizione di rinforzare le telecamere. Ma a me interessa piuttosto fare i controlli mirati - ha detto ancora Gentilini -. Quando la mia polizia vigilerà per la zona ci sarà un fuggi fuggi generale".

Per il sindaco di Treviso Giampaolo Gobbo, le dichiarazioni del prosindaco "non sono preoccupanti. E' il suo modo di essere. Lui parla sinceramente, con un linguaggio concreto che tutti capiscono. In questo caso si parla di decoro pubblico e noi cerchiamo di spostare gay, prostitute, coppie omosessuali o eterosessuali, fa lo stesso, che si scambiano effusioni sotto gli occhi di tanta gente". Un problema, spiega Gobbo, di dimensione nazionale, "e infatti ci stiamo attivando perchè venga cambiata la legge Merlin. Bisogna riaprire le case chiuse e creare quartieri a 'luci rosse' come succede nel resto d'Europa: garantiscono protezione sanitaria e tasse pagate".

(9 agosto 2007)

In memoria di Edith Stein, santa ebrea martire del Nazismo.

Per ricordare Edith Stein, nel giorno della sua morte ad opera di pazzi criminali nazisti tedeschi, pubblico la lettera che questa invio' al papa invocando il suo aiuto contro la persecuzione degli ebrei.

Strano che oggi ci siano ancora sospetti e scandalo sul comportamento poco chiaro di BXVI... strano?? :/... o ovvio?




Il 12 aprile 1933, alcune settimane dopo l'insediamento di Hitler al cancellierato, una filosofa cattolica tedesca di origine ebraica trova l'ardire di scrivere a Roma per chiedere a papa Pio XI e al suo segretario di Stato - il cardinale Pacelli, vecchio nunzio apostolico in Germania e futuro Pio XII - di non tacere più e di denunciare le prime persecuzioni contro gli ebrei.

Padre Santo! Come figlia del popolo ebraico, che per grazia di Dio è da 11 anni figlia della Chiesa cattolica, ardisco esprimere al padre della cristianità ciò che preoccupa milioni di tedeschi. Da settimane siamo spettatori, in Germania, di avvenimenti che comportano un totale disprezzo della giustizia e dell’umanità, per non parlare dell’amore del prossimo. Per anni i capi del nazionalsocialismo hanno predicato l’odio contro gli ebrei. Ora che hanno ottenuto il potere e hanno armato i loro seguaci - tra i quali ci sono dei noti elementi criminali - raccolgono il frutto dell’odio seminato.

Le defezioni dal partito che detiene il governo fino a poco tempo fa venivano ammesse, ma è impossibile farsi un’idea sul numero in quanto l’opini one pubblica è imbavagliata. Da ciò che posso giudicare io, in base a miei rapporti personali, non si tratta affatto di casi isolati. Sotto la pressione di voci provenienti dall’estero sono passati a metodi più "miti" e hanno dato l’ordine "che a nessun ebreo venga torto un capello".

Questo boicottaggio - che nega alle persone la possibilità di svolgere attività economiche, la dignità di cittadini e la patria ha indotto molti al suicidio: solo nel mio privato sono venuta a conoscenza di ben 5 casi. Sono convinta che si tratta di un fenomeno generale che provocherà molte altre vittime. Si può ritenere che gli infelici non avessero abbastanza forza morale per sopportare il loro destino. Ma se la responsabilità in gran parte ricade su coloro che li hanno spinti a tale gesto, essa ricade anche su coloro che tacciono.

Tutto ciò che è accaduto e ciò che accade quotidianamente viene da un governo che si definisce "cristiano". Non solo gli ebrei ma anche migliaia di fedeli cattolici della Germania e, ritengo, di tutto il mondo da settimane aspettano e sperano che la Chiesa di Cristo faccia udire la sua voce contro tale abuso del nome di Cristo. L’idolatria della razza e del potere dello Stato, con la quale la radio martella quotidianamente la masse, non è un’aperta eresia? Questa guerra di sterminio contro il sangue ebraico non è un oltraggio alla santissima umanità del nostro Salvatore, della beatissima Vergine e degli Apostoli? Non è in assoluto contrasto con il comportamento del nostro Signore e Redentore, che anche sulla croce pregava per i suoi persecutori? E non è una macchia nera nella cronaca di questo Anno Santo, che sarebbe dovuto diventare l’anno della pace e della riconciliazione?

Noi tutti, che guardiamo all’attuale situazione tedesca come figli fedeli della Chiesa, temiamo il peggio per l’immagine mondiale della Chiesa stessa, se il silenzio si prolunga ulteriormente. Siamo anche convinti che questo silenzio non può alla lunga ottenere la pace dall’attuale governo tedesco. La guerra contro il Cattolicesimo si svolge in sordina e con sistemi meno brutali che contro il Giudaismo, ma non meno sistematicamente. Non passerà molto tempo perché nessun cattolico possa più avere un impiego a meno che non s i sottometta senza condizioni al nuovo corso. Ai piedi di Vostra Santità, chiedendo la benedizione apostolica.


Dott.ssa Edith Stein docente
all’Istituto tedesco di Pedagogia scientifica
presso il Collegium Marianum di Münster

martedì 7 agosto 2007

Don Gelmini ... segreto non troppo.

Leggo questo intervento su ItalaiaLaica, che asua volta lo prende da La Stampa...

Interessante.

DON PIERINO SEGRETO: UN EX DETENUTO

Ne parla Francesco Grignetti su La Stampa

5-8-2007, Francesco Grignetti, DON PIERINO SEGRETO: UN EX DETENUTO, La Stampa

Nel ’69 la prima denuncia, poi la condanna al carcere. C’è stato un altro don Pierino prima di don Pierino.

Un prete che ha sempre sfidato le convenzioni,' ma che di guai con la giustizia ne ha avuti tanti, ed è pure finito in carcere un paio di volte. A un certo punto è stato anche sospeso «a divinis», salvo poi essere perdonato da Santa Romana Chiesa.

E' il don Gelmini che non figura nelle biografie ufficiali. I fatti accadono tra il 1969 e il 1977, quando don Pierino era ancora considerato un «fratello di». Una figura minore che viveva di luce riflessa rispetto al più esuberante padre Eligio, confessore di calciatori, amico di Gianni Rivera, frequentatore di feste, fondatore delle comunità antidroga «Mondo X» e del Telefono Amico.

Anni che furono in salita per don Pierino e che non vengono mai citati nelle pubblicazioni di Comunità Incontro. Per forza. Era il 13 novembre 1969 quando i carabinieri lo arrestarono per la prima volta, nella sua villa all'Infernetto, zona Casal Palocco, alla periferia di Roma. E già all'epoca fece scalpore che questo sacerdote avesse una Jaguar in giardino.

Lui, don Pierino, nella sua autobiografia scrive che lì, nella villa dell'Infernetto, dopo un primissimo incontro-choc con precisi, ragazzi che si rivolgono a lui, curando la loro assistenza legale e visitandoli in carcere, mette progressivamente a punto uno stile di vita e delle regole che costituiranno l'ossatura della Comunità Incontro».

All'epoca, Gelmini aveva un certo ruolo nella Curia. Segretario di un cardinale, Luis Copello, arcivescovo di Buenos Aires. Ma aveva scoperto la nuova vocazione. «Rinunciai alla carriera per salire su una corriera di balordi», la sua battuta preferita.

I freddi resoconti di giustizia dicono in verità che fu inquisito per bancarotta fraudolenta, emissione di assegni a vuoto, e truffa. Lo accusarono di avere sfruttato l'incarico di segretario del cardinale per organizzare un'ambigua ditta di import-export con l'America Latina. E restò impigliato in una storia poco chiara legata a una cooperativa edilizia collegata con le Acli che dovrebbe costruire palazzine all'Eur. La cooperativa fallì mentre lui rispondeva della cassa. Il giudice fallimentare fu quasi costretto a spiccare un mandato di cattura.

Don Pierino, che amava farsi chiamare «monsignore», e per questo motivo si era beccato anche una diffida della Curia, sparì dalla circolazione. Si saprà poi che era finito nel cattolicissimo Vietnam del Sud dove era entrato in contatto con l'arcivescovo della cittadina di Hué. Ma la storia fini di nuovo male: sua eminenza Dihn-Thuc, e anche la signora Nhu, vedova del Presidente Diem, lo denunciarono per appropriazione indebita. Ci fecero i titoloni sui giornali: «Chi è il monsignore che raggirò la vedova di Presidente vietnamita».

Dovette rientrare in Italia. Però l'aspettavano al varco. Si legge su un ingiallito ritaglio del Messaggero: «Gli danno quattro anni di carcere, nel luglio del '71. Li sconta tutti. Come detenuto, non è esattamente un modello e spesso costringe il direttore a isolarlo per evitare "promiscuità" con gli altri reclusi». Cattiverie.

Fatto sta che le biografie ufficiali sorvolano su questi episodi. Non così i giornali dell'epoca. Anche perché nel 1976, quando queste vicende sembravano ormai morte e sepolte, e don Pie-rino aveva scontato la sua condanna, nonché trascorso un periodo di purgatorio ecclesiale in Maremma, lo arrestarono di nuovo.

Questa volta finì in carcere assieme al fratello, ad Alessandria, per un giro di presunte bustarelle legate all'importazione clandestina di latte e di burro destinati all'Africa. Si vide poi che era un'accusa infondata. Ma nel frattempo, nessuna testata aveva rinunciato a raccontare le spericolate vite parallele dei due Gelmini. Ci fu anche chi esagerò. Sul conto di padre Eligio, si scrisse che non aveva rinunciato al lusso neppure in cella.

Passata quest'ennesima bufera, comunque, don Pierino tornò all'Infernetto. Sulla Stampa la descrivevano così: «Due piani, mattoni rossi, largo muro di cinta con ringhiera di ferro battuto, giardino, piscina e due cani: un pastore maremmano e un lupo. A servirlo sono in tre: un autista, una cuoca di colore e una cameriera».

Tre anni dopo, nel 1979, sbarcava con un pugno di seguaci, e alcuni tossi-codipendenti che stravedevano per lui, ad Amelia, nel cuore di un'Umbria che nel frattempo si è spopolata. Adocchiò un rudere in una valletta che lì chiamavano delle Streghe, e lo ottenne dal Comune in concessione quarantennale. Era un casale diroccato. Diventerà il Mulino Silla, casa-madre di un movimento impetuoso di comunità. Gli riesce insomma quello che non era riuscito al fratello, che aveva anche lui ottenuto in concessione (dal proprietario, il conte Ludovico Galla-rati Scotti, nel 1974) un rudere, il castello di Cozzo Lomelllna, e l'aveva trasformato, grazie al lavoro duro di tanti volontari e tossicodipendenti, in uno splendido maniero. Ma ormai la parabola di padre Eligio era discendente. Don Pierino, invece, stava diventando don Pierino.

sabato 4 agosto 2007

Un milione per davvero!


allora, siccome nei mesi precedenti qualche baciapile adoratore del dio voto ha detto pubblicamente che non eravamo un milione, portando a riprova del fatto che non c'erano foto dall'alto... beh... Sabinoooooooo, dearling! ecco una foto per ricordarci tutti che ERAVAMO UN MILIONE!

E' morta Nora... e da più di un mese :'( ...

Leggo costernato questa notizia... voglio dire, non riuscivo a stare più di 60 secondi davanti al video a vedere questa americanissima barbie evangelica sparare le sue lodi plastificate al signore...però mi spiace...

Qualcuno ne sa di più?

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TBNE, è mancata Nora Hall
Inserita il 4/7/2007 alle 08:59 nella categoria: Dall'Italia


MARNATE (VA) - Uno scarno messaggio televisivo del figlio Matteo ha annunciato dagli schermi di TBNE la dipartita di Nora Hall, moglie di Chuck, volto noto della televisione cristiana italiana.

I nomi di Chuck e Nora sono strettamente legati a quelli dell'emittente televisiva TBNE, la prima televisione cristiana sorta in Italia, fondata da loro nel 1979 come costola italiana del controverso circuito televisivo statunitense Trinity broadcasting network di Paul Crouch.

Per quasi tre decenni Chuck e Nora hanno condotto in coppia dal loro salotto televisivo di Marnate (VA) programmi devozionali di format statunitense, come "Per lodare il Signore", accompagnando quotidianamente gli spettatori con riflessioni, incoraggiamenti e preghiere; da anni Nora, che in passato aveva prestato la voce anche ad alcune produzioni musicali cristiane, era afflitta da un male incurabile, ma ha continuato con dedizione a proporre i suoi programmi alternandosi tra gli studi di Marnate e gli Stati Uniti.

Nora, ha annunciato il figlio nel breve filmato, è mancata martedì 26 giugno; nel messaggio, che continua a venir riproposto in questi giorni su TBNE, viene comunicato agli spettatori anche che «l'opera della televisione continuerà». Al momento sulle frequenze dell'emittente continuano ad andare in onda le puntate registrate del programma della coppia.

mercoledì 1 agosto 2007

Assistita dalla Binetti

di Anna Paola Concia

Vengo dal mondo dello sport. E il mondo dello sport mi ha insegnato usi e costumi della vita. Letteralmente. Mi ha insegnato che in una competizione non c’è un nemico da abbattere ma un avversario da sconfiggere, con armi lecite e stando alle regole. È sempre stato questo che mi ha affascinato dello sport, il cimento personale, la sfida tra gentildonne o tra gentiluomini.

Non a caso il mio sport è stato il tennis: arena moderna tra gladiatrici o gladiatori di classe. Sì, forse anche un po’ snob, lo riconosco. Ma è quello snobbismo che ti permette di essere una persona perbene nella vita.

E questo per me, è sopra ogni cosa. Nello stesso tempo ho riportato gli insegnamenti sportivi dentro l'altra grande passione della mia vita: la politica. E' possibile immaginare il disorientamento. Quello che ho imparato nello sport è servito a poco, o meglio, le cose nella politica purtroppo non funzionano come nello sport. ma io non so fare e, soprattutto, non so vivere altrimenti, e le stesse regole dello sport le applico alla politica. Per questo per me un'avversaria è colei con la quale cimentarmi fino allo sfinimento, non "mollo una palla"., ma è pur sempre un avversaria. Con una dignità, altrimenti non avrebbe l'onore di essere una mia avversaria. Paola Binetti è un'avversaria. Ha una idea della vita, delle relazioni, della società, completamente diversa dalla mia. Conduce una battaglia politica perché la sua idea di società sia egemone. Io, noi, ne facciamo una altrettanto forte e significativa per una società che dia piena cittadinanza ai cittadini e le cittadine omosessuali, che sappia mescolare vite prossime e distanti. Sono entrambe battaglie alla luce del sole. Nessuno può dire che io non faccia una battaglia alla luce del sole. Nessuno può dirlo di lei. Siamo in una arena, la nostra sfida è sotto gli occhi di tutti, e tutti possono giudicare vittorie e sconfitte. Questo significa cimentarsi. Questa sarebbe la cosa bella della politica. In questi mesi ho avuto modo di confrontarmi con lei sulle questioni che stanno a cuore ad entrambe. Ci siamo guardate in faccia, nessuna ha mai abbassato lo sguardo. E proprio in questi mesi mi è successo di scoprirmi un tumore alla tiroide, e in 24 ore ho dovuto decidere dove operarmi. Il mio medico mi ha indirizzata al Campus Biomedico. Mi sono affidata a lui, come è giusto che sia. Paola Binetti, che lì insegna , per varie circostanze ha saputo dell'operazione e ha deciso che sarebbe venuta ad assistere. Non ho fatto una piega, mi è sembrato un gesto (come è stato) di affetto e di attenzione. Avevo una grandissima paura. La paura della vita. Lei era lì a tranquillizzarmi, con la sua tenuta da sala operatoria, a distrarmi con storie improbabili fino a qualche secondo prima dell'anestesia. Ed era lì a svegliarmi da quel sonno terribile. Alla fine ha rassicurato mia sorella e le mie amiche (tra cui qualcuna della sinistra democratica) e altrettanto tranquillamente mi ha salutato e se ne è andata. Niente di più, niente di meno. Lo racconto perché questo gesto di Paola Binetti, in un paese che sembra impazzito, è sembrato una stravaganza. E sono sembrata bizzarra io che l'ho accolto. Il nostro non è un paese normale per questo. Negli stessi giorni in cui venivo operata alcuni "amici" con i quali ho condiviso battaglie di anni, hanno buttato vagonate di fango contro di me, sapendo che non potevo difendermi: rimango una tennista che gioca leale e preferisco cimentarmi con chi mi sta davanti e mi affronta alla luce del sole. Posso perdere, senz'altro, ma posso anche vincere, basta giocare alla pari. Questa politica che sembra essere un campo di battaglia lasciato a regole barbare, non mi appartiene. Ma forse, non appartiene alla maggior parte dei cittadini italiani. Fare battaglie alla luce del sole sembra non essere più lo sport preferito della nostra classe politica Quelle e quelli che lo fanno, sembrano "stravaganti e naif". Potranno anche esserlo, ma quello che conta è la correttezza, la coerenza, la passione che li guida. A tutte le persone così io porto rispetto. E a chi mi obietta che Paola Binetti ha detto pubblicamente che sono "malata" e quindi non dovrei neanche rivolgerle la parola, rispondo che noi dobbiamo convincere lei e tanta altra gente che non è così. Dobbiamo cambiare la cultura di questo paese. Questo è il nostro compito. E so che ce la possiamo fare, perché siamo nel giusto. E, infine, purtroppo, so che ci sono tante persone che pensano cose peggiori di noi omosessuali, e sono persone anche molto vicine a noi, apparentemente vicine. Preferisco un avversario esplicito che un subdolo alleato, che mi accoltella alle spalle.

CoPortavoce nazionale Gayleft - Consulta LGBT DS

Appello!!!

Carissimi son Cinzia e vi chiederei collaborazione!!!
Non so se avete sentito di quel ragazzo gay 17enne che ha dovuto abbandonare
la scuola a Gela perchè deriso dai compagni di classe e dall'insegnante di
italiano!!
La nostra tv locale ha trasmesso l'intervista al ragazzo,ripreso di spalle,
e nel giorno immediatamente successivo, dopo aver mandato in onda un servizio
inerente al caso, ha trasmesso un'intervista fatta ad un sacerdote del luogo,
un certo Don Giorgio, che poi son andata a BACCHETTARE di persona! Il giornalista
Franco Infurna, direttore del TG10, chiedeva al prete come si pone la Chiesa
nei confronti di queste persone.
Il prete, dopo aver detto che qualsiasi atto discriminatorio è da condannare,
ha detto che le convulsioni interiori dei gay si possono placare, e che ci
son vari casi di guarigioni grazie alla preghiera e alla Grazia! Cose alquanto
gravi insomma!
Io son già andata a parlare col prete in questione e non vi dico...la risposta
è stata:"La Parola di Dio è questa!".
E poi ho scritto al giornalista in questione dicendo che è stato grave e
controproducente avere mandato in onda quel servizio in questo momento, e
che per correttezza di informazione avrebbe dovuto intervistare anche qualcuno
dell'Arci o Agedo.
Ragazzi qui l'ignoranza regna sovrana.
Non so come potete aiutarmi...magari inviando anche voi qualche email di
protesta al giornalista?
Basta scrivere su questa pagina una email se vi va ?
http://www.tg10.it/index.php?option=com_contact&task=view&contact_id=2&Itemid=3

Bacioni
Cinzia

venerdì 20 luglio 2007

Piccoli passi

Quando manca la politica arriva la magistratura: l'articolo di Repubblica

domenica 15 luglio 2007

LA SEGRETA IDENTITÀ DI CHI CREDE DI CREDERE

leggo da "il foglio" e riporto.


Identità cristiana, civiltà cristiana, radici cristiane… Molto (troppo) spesso questo è stato l’argomento di accaniti dibattiti e orgogliose rivendicazioni. Eppure… se ci diciamo cristiani, dovremmo seguire l’esempio di un certo Gesù di Nazareth, ebreo marginale, ignorato dai media di allora, figura enigmatica e controversa presso la gente con cui veniva a contatto, presso avversari e discepoli… Egli stesso stentava a “identificarsi” ad accettare qualche titolo: Profeta, Unto (Messia, Cristo), Figlio di David, Figlio di Dio.


Erano invece gli spiriti immondi che lo volevano intronizzare come Santo di Dio, Figlio di Dio. Era il demonio stesso che lo indusse a immaginare se stesso sul pinnacolo del tempio, invulnerabile superman con gli angeli ai suoi ordini. Era la folla che lo osannava Figlio di Davide. Erano i discepoli che, anche dopo la risurrezione, sognavano di vedere in lui il ricostruttore del Regno di Israele. Gesù rifiutava tutto questo. Quando invece, abbandonato da discepoli e amici, incatenato e processato davanti al Sinedrio, gli fu rivolta la domanda «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?» egli risponde solennemente: «egò eimi, io sono!» Dinanzi a chi si era fatto ultimo, del tutto privo di ogni potere, non potevano esserci equivoci: non aveva alcuna delle «identità» che gli si volevano attribuire. Ma il degrado dell’identità non era ancora finito. Se, davanti al Sinedrio, Gesù poteva ancora parlare, sulla croce, nudo, esposto alle beffe di tutti, sarà ridotto a un semplice oggetto. Allora sarà il comandante (diremmo oggi) del plotone di esecuzione a riconoscere la sua definitiva identità: «Quest’uomo era il Figlio di Dio!». Già Pietro l’aveva così “identificato”. Ma nel momento decisivo Pietro dovette gridare:«Io non conosco quell’uomo!». Forse non l’aveva mai conosciuto. Solo nel pianto («beati coloro che piangono») comincerà a riconoscerlo. Paolo l’avrebbe conosciuto solo dopo averlo perseguitato («Sono Gesù che tu perseguiti»). Così Gesù di Nazareth può essere “identificato” nelle persone che noi “perseguitiamo”, anche coltivando sentimenti di rancore e costruendoci capri espiatori.

Queste cose le conosciamo fin dalla nostra infanzia. Ma allora perché ci affanniamo a inseguire una ipotetica etichetta cristiana per poi appiccicarcela sulla fronte? Perché cerchiamo a tutti i costi una visibilità fine a se stessa? Dovremmo essere semplicemente alla sequela di Gesù di Nazareth. E se qualcuno, con diffidenza o stupore, ci domandasse il motivo per cui rifiutiamo di inseguire la ricchezza, il potere, la forza, solo allora dovremmo osar dire sommessamente e dubbiosamente: «Forse faccio questo perché credo in Gesù». Questo senza avere la pretesa di detenere il monopolio di quelle virtù che possono anche essere condivise da persone di altre fedi e non fedi. E questo senza neppure cadere nella trappola dell’identità della non identità: «Io non cerco un’identità: questa è la mia identità». Sarebbe come vantarsi della propria umiltà: il vanto vanificherebbe l’umiltà. Solo in momenti di coraggiosa testimonianza, di feroce persecuzione, cioè di autentica crocifissione (che non ci auguriamo e che forse non vivremo mai nel corso dei nostri anni) potremmo gridare: «Sono discepolo di Gesù di Nazareth!».



Dario Oitana

mercoledì 11 luglio 2007

Cultura sessuale cattolica

Vi riporto uno stralcio dell'artcolo di Carlo Oliva pubblicato su "Rivista Anarchica on line". Facendo riferimento alla trasmissone "Anno Zero" in cui si affrontava il tema della pedoflia tra i preti, Oliva ci fa notare che a tutti è sfuggito un tema importante, quello della cultura sessuale distorta e punitiva che la Chiesa ha imposto e impone ai fedeli (e, quando può, agli altri) e da cui nasce secondo l'articolista anche la pedofilia. Buona lettura Ganni.

"Il problema vero, quello che nessuno ha avuto il coraggio di affrontare, consiste nel fatto che la presenza di poche (o molte) deviazioni del genere nei ranghi della Chiesa non può essere considerata un fatto occasionale, deve ben avere qualche rapporto con il modo con cui il cattolicesimo ha affrontato, per secoli, la sfera della sessualità. Perché, insomma, in una organizzazione esclusivamente maschile, malata da sempre di sessuofobia, misoginia e omofobia ci sarebbe proprio da stupirsi se certi fenomeni fossero puramente casuali. E quell’argomento tabù stava lì, come un macigno, tra Santoro, monsignor Fisichella e tutti coloro che, a destra come a sinistra, avrebbero preferito che la RAI limitasse il suo interesse per le cose ecclesiastiche al problema del quarto mistero di Fatima.Tutto ciò non significa, è ovvio, che si debba automaticamente accusare di pederotismo e perversione vescovi, parroci e chierici in massa, come ai bei tempi dell’anticlericalismo volgare. Significa soltanto che sarebbe ora di affrontare, in tutte le sue implicazioni, anche le più sgradevoli, il tema della cultura sessuale distorta e punitiva che la Chiesa ha imposto e impone ai fedeli (e, quando può, agli altri), dei danni che ha provocato a livello di psicologia sociale e individuale, della massa di infelicità, di repressione e di rimozione che da sempre ha prodotto. Sono tematiche, siatene pur certi, di cui non sentiremo parlare né dalla RAI né dalla BBC, ma senza affrontare questo problema spinoso qualsiasi contraddittorio sul tema non potrà che risolversi, nonostante ogni apparenza in contrario, in una desolante unanimità."

domenica 8 luglio 2007

Abominazioni

La dottoressa Laura Schlesinger è una famosa giornalista della radio americana; nella sua trasmissione dispensa consigli alle persone che telefonano. Qualche tempo fa, Laura ha affermato che l'omosessualità, secondo la Bibbia (Levitico 18:22) è un abominio, e non può essere tollerata in alcun caso.



La seguente è una lettera spedita alla dott.ssa Laura SCHLESINGER.



Cara Dottoressa Schlesinger,

le scrivo per ringraziarla del suo lavoro educativo sulle leggi del Signore. Ho imparato davvero molto dal suo programma, ed ho cercato di dividere tale conoscenza con più persone possibile. Adesso, quando qualcuno tenta di difendere lo stile di vita omosessuale, gli ricordo semplicemente che nel Levitico 18:22 si afferma che ciò è un abominio. Fine della discussione. Però, avrei bisogno di alcuni consigli da lei, a riguardo di altre leggi specifiche e come applicarle.

Vorrei vendere mia figlia come schiava, come sancisce Esodo 21:7. Quale pensa sarebbe un buon prezzo di vendita?

Quando sull'altare sacrificale accendo un fuoco e vi ardo un toro, so dalle Scritture che ciò produce un piacevole profumo per il Signore ( Lev.1.9). Il problema è con i miei vicini: loro, i blasfemi, sostengono che l'odore non è piacevole. Devo forse percuoterli?

So che posso avere contatti con una donna quando non ha le mestruazioni (Lev.15 : 19-24.). Il problema è: come faccio a chiederle questa cosa? Molte donne s'offendono.

Il Levitico ai versi 25:44 afferma che potrei possedere degli schiavi, sia maschi sia femmine, a patto che essi siano acquistati in nazioni straniere. Un mio amico afferma che questo si può fare con i Filippini, ma non con i Francesi. Può farmi capire meglio? Perché non posso possedere schiavi francesi?

Un mio vicino insiste per lavorare di Sabato. Esodo 35:2 dice chiaramente che dovrebbe essere messo a morte. Sono moralmente obbligato ad ucciderlo personalmente?

Un mio amico ha la sensazione che, anche se mangiare crostacei è considerato un abominio (Lev. 11:10), lo sia meno dell'omosessualità. Non sono per niente d'accordo. Può illuminarci sulla questione?

Sempre il Levitico ai versi 21:20 afferma che non posso avvicinarmi all'altare di Dio se ho difetti di vista. Devo effettivamente ammettere che uso gli occhiali per leggere... La mia vista deve per forza essere 10 decimi o c'è qualche scappatoia?

Molti dei miei amici maschi usano rasarsi i capelli, compresi quelli vicino alle tempie, anche se questo è espressamente vietato dalla Bibbia (Lev 19:27). In che modo devono esser messi a morte?

Ancora nel Levitico (11:6-8) è detto che toccare la pelle di maiale morto rende impuri. Per giocare a pallone debbo quindi indossare dei guanti?

Mio zio possiede una fattoria. È andato contro Lev. 19:19, poiché ha piantato due diversi tipi di ortaggi nello stesso campo? anche sua moglie ha violato lo stesso passo, perché usa indossare vesti di due tipi diversi di tessuto (cotone/acrilico). Non solo: mio zio bestemmia a tutto andare.

È proprio necessario che mi prenda la briga di radunare tutti gli abitanti della città per lapidarli come prescrivono le scritture? Non potrei, più semplicemente, dargli fuoco mentre dormono, come simpaticamente consiglia Lev 20:14 per le persone che giacciono con consanguinei?

So che Lei ha studiato approfonditamente questi argomenti, quindi sono sicuro che potrà rispondere a queste semplici domande. Nell'occasione, la ringrazio ancora per essere così solerte nel ricordare a tutti noi che la parola di Dio è eterna ed immutabile. Sempre suo.

Un ammiratore devoto

giovedì 5 luglio 2007

Quante volte figliolo?


UAAR)

Prelievo integralista

La Dottoressa Claudia Navarini, docente presso la Facoltà di Bioetica
dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, interviene sul prelievo di
sperma a scopo diagnostico
:

Occorre tuttavia che il metodo di prelievo sia morale, e perciò
che sia evitata la masturbazione. La masturbazione è infatti un grave
male morale, in quanto scolla radicalmente la sessualità dal suo senso
e il piacere sessuale dal suo contesto specifico (nella fattispecie da
quell'atto coniugale caratterizzato da un significato procreativo e da
un significato unitivo); come tale non può mai essere giustificata,
nemmeno per un fine buono. Perché un'azione sia buona, infatti,
occorre che anche i mezzi siano buoni, o comunque non immorali, dal
momento che il fine non giustifica i mezzi.

E' appena il caso di sottolineare che i metodi di prelievo del seme
alternativi alla masturbazione consistono in veri e propri interventi
chirurgici, da eseguire in anestesia, con tutti i rischi e le
complicazioni che possono derivarne.

venerdì 29 giugno 2007

Resoconto della serata del 28 giugno a Firenze

Eravamo molti di più di quanto pensassi. Forse un centinaio di persone. Era concepita come veglia "ecumenica", e in effetti c'erano i rappresentanti di varie religioni cristiane (battisti, valdesi, ortodossi, cattolici).
All'ingresso abbiamo ritrovato con sopresa un romano conosciuto ad Albano, che era lì con amici di Nuova Proposta (o La sorgente? Non ricordo). Comunque ci ha perso abbastanza presto, nonostante le nostre ricerche.
La serata si è svolta facendo alternare un interludio musicale (una violinista, un controtenore, una pianista), un brano biblico, il racconto della storia di una vittima dell'omofobia, un salmo. Tutto per 5 volte, quante erano le storie narrate. Al termine di ogni storia un gesto simbolico prevedeva la comparsa di un fiore dal coccio di un vaso che all'inizio della serata era stato rotto.
Dopo le testimonianze c'è stato un momento di preghiera spontanea, i ringraziamenti e il Padre Nostro. Tutto si è svolto in un clima di grande cordialità e rispetto, senza pathos o tensioni. La riflessione si è sostituita alla preghiera. All'uscita della Chiesa l'aria era frizzante e pulita come non capita spesso da queste parti. Io e Paolo ci siamo fermati in una gelateria siciliana; io ho preso un gelato buonissimo ai fichi e alla nocciola; poi abbiamo proseguito verso casa, piano piano, parlando dei ragazzi che abbiamo incontrato, delle storie che abbiamo sentito e chiedendoci in quale locale gay fosse finito il nostro amico romano.

mercoledì 27 giugno 2007

Da "La Repubblica" di Firenze di oggi

"Noi, cristiani omosessuali in Veglia"

articolo di Maria Cristina Carratù da "Repubblica – edizione di Firenze", martedì 27 giugno 2007

SONO gay, e cristiani. Se c'è una categoria di omosessuali doppiamente sofferente sono proprio loro. Quelli che, oltre al peso dell'emarginazione sociale, portano il fardello della condanna della loro Chiesa. Cattolica, s'intende, perché altre confessioni cristiane offrono invece solidarietà e accoglienza. Non a caso perciò la prima veglia ecumenica di preghiera per le vittime dell'omofobia che si tiene in Italia, organizzata dal gruppo di cristiani omosessuali Kairòs di Firenze con l'adesione di gruppi di tutte le regioni, si svolgerà domani alla Chiesa Valdese di via Lamarmora (ore 21), sostenitrice dell'iniziativa insieme alla Chiesa Battista.

Un appuntamento inedito, che dovrà servire, come si spiega nel sito di Kairòs (www.kairosfirenze.it ) non solo per incontrarsi, una volta tanto - credenti omosessuali, e non - a pregare insieme in un luogo di culto, ma anche per ricordare «i nostri morti», quelli che hanno costellato una lunga storia di persecuzioni: dai roghi medievali ai lager nazisti, fino ai casi odierni di omofobia finiti in tragedia, Paolo Seganti ucciso a coltellate in un parco fra l'indifferenza della gente, Matteo gay sedicenne suicida per disperazione.

L'occasione, anche, per far capire come l'omofobia, così diffusa e tollerata, altro non è che una forma di razzismo, vietato dalla Costituzione: «Rispetto a cui, però» fa notare Jacopo, 35 anni, uno dei fondatori di Kairòs, «non esiste il minimo allarme sociale».
L'omosessuale credente, oltretutto, deve fare i conti con l'omofobia della Chiesa, sempre più pressante e persecutoria.

E forse non è un caso, osserva Cosimo, 26 anni, l'ideatore della veglia di giovedì, «che le crisi esistenziali all'origine di Kairòs siano maturate tutte intorno al 2000»: l'anno della Chiesa trionfante del Giubileo, e delle ire del cardinal Ruini contro il World Gay Pride di Roma.

Kairòs denuncia un vero paradosso. «Un credente gay, come ogni credente, ha bisogno innanzitutto di trovare il senso profondo della vita », spiega Jacopo. Purtroppo , i messaggi della Santa Sede fanno pensare che il Vangelo parli solo di sesso, con prescrizioni dettagliate e tassative. E così, a ricordare che Gesù è il Risorto e il Salvatore di tutti, quasi quasi ci ritroviamo da soli».

Nessun orgoglio di bandiera all'origine di Kairòs, ma una dolorosa constatazione, come ricorda Simone, 26 anni, un altro dei fondatori: «che nella vita quotidiana della chiesa è impossibile vivere l'omosessualità come una delle tante condizioni degli uomini, cui Cristo si è rivolto senza distinguo». E un sogno,anche questo paradossale: «Potere, un giorno, scioglierci».

Qualche Curia, quella di Firenze compresa, invita i gruppi di credenti omosessuali a incontri ufficiali. Al termine dei quali, però, racconta Enzo, 35 anni, «tutto è sempre rimasto come prima». Le (poche) offerte di considerazione dai vari uffici ad hoc per la "pastorale omosessuale", hanno nascosto, neppure tanto velatamente, l'obiettivo di un riaccompagnamento sulla «retta via».

Mentre nella vita di tutti i giorni agli omosessuali, considerati credenti da convertire e a cui è vietato fare la comunione, continua a restare quasi impossibile dichiararsi, perfino nelle loro parrocchie. Sebbene non manchino i preti amici, capaci di ascolto, come don Alessandro Santoro delle Piagge, che ha dato il primo appoggio logistico al gruppo, o il Vescovo toscano che ha scritto una lettera calorosa (ma privatissima) in risposta a quella inviata dal gruppo a tutti i pastori della regione in occasione della veglia. Ma di solito il singolo prete, che pure non condanna, invita però a non esporsi. Mentre i Gay Pride, che come nota Cosimo «restano un grande evento di liberazione e solidarietà», non offrono, come è ovvio, alcuna risposta alle esigenze spirituali. Invece, sottolinea Enzo, quello a cui punta Kairòs «è proprio l'aperta riconciliazione di se stessi con la propria fede». E siccome ridare voce a un "sé" rattrappito è compito arduo, oggi, non solo per gli omosessuali, il gruppo fiorentino si offre «a chiunque, credente o no, abbia voglia, non solo di pregare, ma di promuovere la costruzione di relazioni vere tra le persone».

Veglia contro l'omofobia

Ricevo da Fabio di NP questo messaggio, che vorrei rendere noto a tutti!

ciao!!!




Come a Firenze, Torino, Milano e Roma, anche a Palermo si terrà una veglia di preghiera per ricordare le vittime dell'omofobia.
La giornata del 28 giugno l'associazione omosessuale Koinonia Palermo (www.koinoniapa.it) ha organizzato alle 21 la veglia alla chiesa valdese di via Spezio 43.
Sarà anche un modo per essere in comunione spirituale con tutti voi.

Vi ricordo con affetto e vi abbraccio ad uno ad uno.

Fabio

lunedì 25 giugno 2007

Che sia chiaro: o sei gay o sei cattolico.

Offese ai gay. Insulti ai fedeli. L'omelia di mons. Matarrese

"Che sia chiaro, «i gay non possono essere considerati cristiani». Lezione di catechismo con digressione omofoba, quella impartita il 26 maggio da mons. Giuseppe Matarrese, vescovo di Frascati, ad un gruppo di ragazzini in preparazione per la cresima. Il fatto è accaduto a Montecompatri, piccolo paese in provincia di Roma, ed è stato riportato dalla agenzia cattolica Adista che da lunedì darà un resoconto dettagliato della vicenda. Il vescovo stava parlando della famiglia, della famiglia naturale eterosessuale, quando ha sentito il dovere di spiegare il posto degli omosessuali: fuori dalla Chiesa. Una dottrina in chiaro contrasto con il magistero cattolico, visto che le pecorelle smarrite vanno accolte. Probabilmente mons. Matarrese ha voluto parlare chiaramente, per farsi capire meglio dai giovani ragazzi. Che hanno afferrato il concetto. Una ragazzina presente al ritiro spirituale ha alzato la mano e lo ha contestato: «Secondo me non è giusto».
Così ha detto: «Secondo me non è giusto perché i gay invece possono amarsi come un uomo e una donna». E qui, racconta Adista, il vescovo 73enne ha perso la pazienza, zittendo in malomodo la ragazzina ribelle chiamandola "scema" e rivolgendo un irritato "hai la capoccia vuota" ad una compagna che tentava di difendere l'amica. Peggio: mons. Matarrese si è rivolto ai genitori e al parroco pretendendo le scuse da parte dei cresimandi, minacciando di escluderli dalla celebrazione del giorno successivo. Mamme e papà preoccupati hanno tentato di convincere i figli, inutilmente. Le scuse non sono arrivate. Il vescovo ha comunque deciso di impartire la cresima ai ragazzi ribelli e agli adulti che li accompagnavano, ma si è tolto un sassolino dalla scarpa: durante l'omelia, ha parlato direttamente con i genitori invitandoli caldamente di tenere sott'occhio i figli che «evidentemente si sono allontanati dalla retta via». "Liberazione" ha tentato di raggiungere telefonicamente mons. Matarrese, che però si trova in ritiro spirituale e non ha potuto fornire una spiegazione.Ruiniano di ferro, il vescovo di Frascati è fratello del più celebre Antonio Matarrese, presidente della Lega Calcio, e di Vincenzo, presidente della squadra di calcio del Bari. Non ha mai fatto mistero delle sue posizioni politiche. Alla vigilia delle amministrative 2005 aveva organizzato un incontro con trenta preti della sua diocesi e il candidato regionale Francesco Storace, poi battuto da Piero Marrazzo. «Sono di destra. Che c'è di male a dire: "Votate Storace"?».Una famiglia, i Matarrese, schierata completamente a destra: la sorella è sposata con un senatore di Forza Italia, mentre Antonio faceva parte della direzione nazionale dell'Udc ed ex segretario provinciale a Bari del partito di Casini. L'episodio di Montecompatri non è isolato. Poche settimane fa un sacerdote del barese aveva negato la comunione ad un giovane. Un fatto sgradevole: il prete ha atteso che il ragazzo si avvicinasse durante la messa per ricevere l'ostia e lo ha allontanato dicendo apertamente e davanti ai fedeli «No, a te no perché sei gay». Il movimento gay-lesbo-trans-bisex e queer denuncia da tempo una recrudescenza dell'omofobia in Italia. Scritte xenofobe dell'estrema destra a parte, gli omosessuali si lamentano apertamente delle opinioni anti-gay espresse quotidianamente da politici ed esponenti della Chiesa cattolica. Pochi giorni fa andava in onda sul Tg2, ha denunciato Franco Grillini, un appello di Buttiglione al movimento omosessuale perché condanni apertamente la pedofilia, «come se ci fosse una qualche continguità»." tratto da Liberazione del 25 giugno 2007, articolo di Laura Eduati

Con tutto il rispetto, sig. Matarrese, lei è un pastore della Chiesa Romana e quindi ha ogni titolo per decidere o meno il mio essere "cattolico"; ma sulla definizione di "cristiano", mi lasci sottolineare che il copyright non ve lo siete ancora aggiudicato. Anzi, le dirò, che forse, visto il suo atteggiamento, lei non sa proprio cosa voglia dire essere cristiano. Eviti, dunque, l'uso di vocaboli di cui non conosce il significato.
E a voi, amici chiedo: ma perchè dobbiamo continuare a dichiarare un bisogno di appartenenza a una Chiesa che non ci riconosce alcuna dignità? La cosa più sconvolgente è che quelle due ragazze che hanno contestato il vescovo (a proposito, W le donne: senza il loro coraggio nel mondonon ci sarebbe spirito critico) si sono lasciate comunque cresimare. A che pro?

sabato 23 giugno 2007

Lettera ad Avvenire e risposta

Cr* tutt*,

vi riporto la mia lettera ad avvenire mandata dopo il Pride e la risposta del giornale.
Lascio a voi giudicare prima di dirvi cosa ne penso poco sotto. Vi invito fin da subito a scrivere a detto giornale, proprio perché si chiede il dialogo e bisogna sempre dialogare: qualcuno, cito a memoria, disse che chi opera nella verità viene alla luce. Abbiamo forse da vergognarci di noi e del nostro amore?

LETTERA:

Commento riferito all'articolo: http://www.db.avvenire.it/avvenire/edizione_2007_06_16/articolo_764705.html La pagina e tratta dal sito di Avvenire online: http://www.avvenire.it

Cara Redazione di Avvenire,

ho letto l'editoriale di Folena sul Pride di Roma. Ci sono stato, ho partecipato, mi sono appassionato per una rivendicazione di diritti che investe la mia vita direttamente.
Accolgo con interesse, come sempre, come la mia educazione di (ex)cattolico mi ha insegnato, ogni apertura al dialogo, eppure vi chiedo: è apertura quella di chi mi indica come "intrinsecamente disordinato" contro ogni evidenza scientifica? E apertura quella di chi mette insieme omosessualità e pedofilia, denigrando e insultando milioni di cittadini e cittadine italiane che lavorano, pagano le tasse e non sono criminali come invece chi commette atti di pedofilia? è apertura dichiarare che le unioni omosessuali minano il matrimonio tra un uomo e una donna? E come? Mio fratello si è sposato l'anno scorso, tra poco diventerò zio, e sono stato felicissimo che facesse questo passo, aiutandolo contro le resistenze più o meno naturali della mia famiglia e della famiglia di mia cognata. Loro, sposati ad Assisi, cristiani credenti, mi hanno accolto e mai giudicato. Per esperienza so quanto è difficile per chi si ama non avere l'appoggio di nessuno quando si cerca di costruire il proprio progetto di vita.
Ecco, queste cose chiedeva la piazza, una piazza esacerbata da ragionamenti che difettano di logica e che rifiutano di estendere i diritti e i doveri della costruzione di una società civile sana a dei cittadini che non differiscono dagli altri se non per l'orientamento sessuale.
Io sono qui, disposto a dialogare, ma i dialoghi si fanno in due, con la rispettiva disponibilità a cambiare le proprie posizioni. Chi difende la "famiglia naturale" è disponibile ad ascoltare la scienza e la società in cui vive? non sarebbe più utile per tutti giungere ad un felice compromesso?
Ad esempio, non mi interessa neanche un po' chiamare il mio compagno "mio marito": tuttavia voglio poterlo visitare quando soffre in ospedale, prendermi la responsabilità di decidere delle sue cure se lui non può, prendermi la responsabilità di mantenerlo quando non potesse da solo andare avanti, sostenerlo nella vecchiaia e nella difficoltà, lasciargli l'eredita; voglio che riceva la mia reversibilità, volgio poter visitare la sua tomba senza ingiunzioni da parte di parenti "omofobi" che basterebbe solo definire razzisti, e sopratutto voglio che questa mia coppia sia riconosciuta dalla società che contribuisce a costruire, con atto pubblico. Perchè facciamo la spesa, compriamo mobili, paghiamo il mutuo, paghiamo il canone rai, lavoriamo, abbiamo amici, e parenti, che aiutiamo e sosteniamo come possiamo - al megliodi quanto possiamo. Che sia chiami matrimonio, dico, o vattelappesca cosa volete che ci importi... Dunque perchè non sviluppare una giurisprudenza ed un diritto positivo per le coppie omosessuali, riconoscendo la loro diversità e salvaguardando la differenza del matrimonio?
Cosa, da ultimo, è "inaccettabile" nella richiesta di diritti e doveri che nascono da un rapporto d'amore tra persone libere e sane?

Vi ringrazio per l'attenzione,

Stefano Ventura

LA RISPOSTA (22 gigno 2007, supplemento E' Famiglia)

Caro Ventura,

non ho competenza specifica per parlare della posizione della Chiesa circa l’omosessualità. Sono però certo di due cose: innanzitutto che l’espressione “intrinsecamente disordinato” non è mai riferita alle persone, qualunque sia il loro orientamento sessuale. La seconda cosa che le posso assicurare è che nessuno – né nella gerarchia ecclesiastica né tanto meno su questo giornale – ha mai equiparato omosessualità e pedofilia che sono cose assolutamente diverse.

E’ la seconda parte della sua lettera però, a reclamare una risposta non elusiva e che rappresenta un’occasione di dialogo da non sprecare. Lei dice “non mi interessa chiamare il mio compagno ‘mio marito’..che sia matrimonio o Dico o vattelapesca cosa volete che ci importi” ed elenca invece una serie di diritti, rispetto ai quali fa legittima richiesta di riconoscimento. Personalmente penso che questo sia esattamente il terreno sul quale possiamo ritrovarci senza divisioni ideologiche. Il nostro unico “limite”, per così dire, è quello che lei stesso scrive nella penultima frase della sua lettera: “dunque perché non sviluppare una giurisprudenza e un diritto positivo per le coppie omosessuali, riconoscendo la loro diversità e salvaguardando la differenza del matrimonio?”. Ecco il punto: se si evitano equiparazioni con convivenze di diverso tipo, si può arrivare senza grandi difficoltà ad individuare a uno a uno proprio quei diritti individuali che – fin dall’inizio di questo dibattito – la Chiesa e noi nel nostro piccolo abbiamo indicato come strumento di reale promozione.

Molti dei diritti, che lei ricorda sono già riconosciuti dalle leggi più recenti o dalla prassi giurisprudenziale. Ma in questi mesi abbiamo indicato varie possibili soluzioni tecniche – da una riforma del Codice Civile in materia di eredità al riconoscimento degli accordi d convivenza – per arrivare all’obiettivo di rendere i diritti individuali fruibili più facilmente da tutti i conviventi – omo ed eterosessuali – il subentro nel contratto di affitto, la cura in ospedale, la regolazione dei rapporti patrimoniali all’interno della coppia, la libertà nel decidere i propri lasciti ereditari, se questo non danneggia i diritti dei figli eventualmente presenti. Le uniche perplessità, per la verità, le conserviamo sulla questione della pensione di reversibilità, soprattutto per i conviventi eterosessuali, che potrebbero accedere al matrimonio ma fanno scelte diverse (non a caso pure i Pacs francesi la prevedono). Occorre infatti evitare che vengano create delle “nozze di serie B” con tanti diritti e pochi doveri, in concorrenza oggettiva – sempre per le coppie eterosessuali – con il matrimonio. Lo ripetiamo: siamo contro le discriminazioni e siamo aperti a chi voglia dialogare e confrontarsi senza tacciarci gratuitamente di omofobia. Proviamo a ragionare ancora insieme partendo da questa base comune? Grazie dell’ascolto. (Francesco Riccardi)
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Nei commenti al post potete leggere cosa ne penso e come fare a rispondere.

baci

venerdì 22 giugno 2007

Avveniristico!

Carissim*,

ho appena finito di leggere la risposta del giornale Avvenire alla mia letteronza.
Che delusione! Mi aspettavo di più!
Ragazzi stiamo vincendo! Sono stanchi di combattere pure loro...
Perché dico questo?
Perché chi ha risposto ha bypassato a piè pari senza darne alcuna giustificazione etico-religiosa il riconoscimento con atto
pubblico
di una coppia omosessuale.
Insomma la risposta, garbata nei toni, mai aggressiva, talvolta finto-dotto-legale, ha saltato il cuore della mia richiesta: perché non posso essere riconsciuto pubblicamente come coppia?
Inoltre non ha spiegato in nessun punto come questo riconoscimento può minare la santa stabilità dell'etero-unione-divino-ordinata sacramentalmente.

Ragà, come se dice a Roma: "Sta'ffa recchie da mercante! a paraculo!"... che vuol dire, intenzionalmente, scegli di trascurare l'oggetto della mia richiesta per rispondere diffusamente a
dettagli secondari, furbetto birichino...

Aspetto vostre ardue sentenze, e al più presto mi metto a digitare il testo della risposta.

Baci, abbracci, sorrisi e pizzicotti (ma solo a chi dico io!)

Stefano Advocatus Diaboli

giovedì 21 giugno 2007

un milione di modi di dire "ti amo"

Carissim*,

dare un resoconto oggettivo dell'emozione del 16 giugno è virtualmente impossibile.
Ho visto facce allegre e decise, cantare di se in un milione di modi.
Con 40 carri, castigatissimi in verità, abbiamo sfilato talvolta senza allegria, con l'amarezza di sapere che SIAMO SOLI. Nessuna istituzione si è anche solo piegata ad ascoltare quello che avevamo da dire, quello che un milione di contribuenti e cittadini aveva da dire.
Il silenzio assordante in cui ci hanno accolto non è surreale?
Nessuno ha creato polemiche più di tanto, si è semplicemente trattato di un ribadire, stanco, che le posizioni delle parti sono quelle che sono. E noi qui, in un limbo sociale, a vegetare.
Attenzione alla strategia del muro di gomma.
Nel corteo poche trans appariscenti con seni nudi in iperrealismo, ma trans che sfilano come noi, con cartelli con su scritto "potrei essere la tua infermiera".
E pochi belloni muscolosi, ma tanti giovani e sorprendentemente, donne e uomini di mezza età, a ridere e guardare senza condanna ma con curiosità e partecipazione.
E poi la gran voglia di batterci le mani, e le stronzate autolesioniste di chi insulta beceramente Benedetta definendola "frocio". Sono stupidaggini che lasciano il tempo che trovano.
Anzi, credo dovremmo iniziare una sana politica di damnatio memoriae: non parliamo più di questo piccolo stato estero, che come parafulmine intoccabile assorbe le saette che dovrebbero essere indirizzate ai nostri politici. Prendiamocela con Prodi, con Fassino, con D'Alema, con la Bindi, con Bertinotti con tutta la nostra classe dirigente, perché sono loro, non la vedova in bianco a impedirci di essere cittadini di serie A.
Quindi, il mio modesto appello per il prossimo pride è: basta dare spazio a questa gerarchia di una religione che in maggioranza non pratichiamo. O che se è la nostra è così lontana da dette gerarchie da poterle vedere con le stesse proporzioni di Alpha Centauri dalla terra! Invece più rabbia contro il nostro governo! Quello ci rappresenta Benedetto no!


Pace e bene e studiate la matematica, che poi non mi capite le prove dell'esistenza di Dio :D!

lunedì 18 giugno 2007

La prova dell'esistenza di Dio


che ci crediate o no questa è la migliore prova dell'esistenza di Dio. L'ha fatta Kurt Godel, mica il fruttivendolo da cui mi servo ;)...
Per saperne di più cliccate qui e scorrete la pagina fino in fondo!

Pace e bene.

Stefano