martedì 26 agosto 2008

Comitato Promotore Federica Pezzoli

Ciao a tutt*!
spero che abbiate passato buone vacanze!
Come forse alcuni già sanno sto appoggiando la candidatura di Federica Pezzoli e di un nuovo direttivo alla guida di Arcigay Roma.

Mi interessa molto sapere cosa ne pensate, e per questo vi invio e pubblico sul nostro blog il documento politico che ho contribuito con molti altri ed altre ad elaborare.
Spero che si possa aprire una finestra di dialogo tra le associazioni gay e la comunità, perché tutt* possiamo stare meglio.

E' sopratutto importante avviare il dibattito, e come sempre prendere consapevolezza di opportunità e limiti. Il pensiero fa sempre bene, sopratutto se ci si mette il cuore!

Sperando di farvi cosa gradita ecco qui il documento!

P.S. un appello speicale alle donne della lista! il vostro contributo vale doppio e la vostra partecipazione se deciderete di supportarci, il triplo. baci!



Comitato Promotore per Federica Pezzoli Presidente di Arcigay Roma-Gruppo Ora

Congresso provinciale di Arcigay Roma - Gruppo ORA - del 13 settembre 2008
Documento politico - programma,
Allegato al Documento A, LISTA Candidature Nuovi Organi Sociali,
di Arcigay Roma - Gruppo ORA


Analisi preliminare: impopolarità e implosione di Arcigay Roma


Tra le ragioni principali della nostra candidatura e del rinnovamento in Arcigay Roma, segnaliamo:
1) una politica accentratrice e presidenzialista del Consiglio Direttivo, tra l’altro tutto declinato al maschile e in buona parte rinnovato per cooptazione;
2) una gestione dell’associazione poco nota a molti soci sotto il profilo politico (ad esempio, non si è avuta alcuna dichiarazione sull’esito dell’incontro con il Sindaco Gianni Alemanno in data 26/05/2008), amministrativo (ad esempio, non è stato chiarito come e perché sia iniziata e conclusa in fretta l’esperienza Preppy), contabile (si ignora per esempio se esistano in Arcigay Roma il Collegio dei Revisori dei Conti o le Relazioni di Missione);
3) una gestione poco attenta alle identità femminili, transgender, handygay e bear;
4) l’assenza di iniziative politiche e culturali a vantaggio solo di eventi ludici di basso profilo artistico;
5) la perdita di numerose risorse intelligenti, tanto nella Gay Help Line quanto nell’intera associazione.

L’attuale Consiglio Direttivo ha determinato:
1)una forte delusione e disaffezione da parte delle iscritte e degli iscritti verso Arcigay Roma;
2)una progressiva perdita di rappresentatività della Presidenza e del Direttivo uscente;
3)un’enorme impopolarità all’esterno, esemplificata dalla clamorosa esclusione di Arcigay Roma dal palco del Gay Pride 2008 a Piazza Navona;
4)l’incapacità di rendersi parte attiva di iniziative politiche e culturali con le altre associazioni LGBT, come ad esempio la scrittura del documento politico per il Pride 2008, l’istituzione del Registro delle Unioni Civili, il sostegno a candidati LGBT alle Elezioni Politiche e Amministrative del 2008.

La Dirigenza uscente risulta inadeguata nella gestione dell’associazione, che dovrebbe sempre essere un bene comune dei soci. Arroccata in se stessa, si presenta come un’entità lontana dalla sua numerosa base elettorale.
E’ necessario un improcrastinabile e urgente cambiamento anche per evitare un’implosione. E’ necessario un nuovo Consiglio Direttivo, attento alle diverse identità pensanti, volto all’esercizio di una democrazia partecipata contro ogni pensiero unico.

Obiettivi prioritari da realizzare nel prossimo triennio del mandato dirigenziale

Attività politica e sociale
A) Lavorare per il riconoscimento giuridico a 360° del principio costituzionale di uguaglianza, non solo formale ma soprattutto sostanziale. Per noi tutte le diversità sono un valore aggiunto nella società, nelle aziende, ovunque. Troviamo importante parlare di LGBT-fobia (contro la sola omo-fobia) e considerare al pari tutte le componenti della comunità LGBT: gay, lesbiche, bisex, transgender, (ex)transgender e handigay, bear. Di concerto, lavorare per sviluppare una cultura civica, in primo luogo nelle scuole, e per la valorizzazione e tutela del patrimonio di esperienze delle persone LGBT della terza età.
B) Lavorare affinché l’associazione e la sua sede diventino la casa di tutte le socie e i soci.
C) Lavorare affinché la comunità LGBT romana si riconosca anche in Arcigay Roma.
D) Arcigay Roma oggi primeggia per la sua impopolarità determinata dall’agire dell’attuale Direttivo, ampiamente inviso sia al suo interno sia dalle altre associazioni LGBT. Lavoreremo contro questa eredità negativa: 1) progettando e realizzando iniziative con la collaborazione delle altre associazioni; 2) supportando le iniziative di altre associazioni, se condividono le medesime finalità di Arcigay Roma; 3) relazionando le attività del Comitato con le altre sedi territoriali di Arcigay; 4) sostenendo azioni politiche locali e aderendo a quelle nazionali per l’affermazione del principio costituzionale di laicità e dei diritti civili della comunità LGBT (registro unioni civili, matrimonio lesbo/omo-affettivo, adozione, estensione legge Mancino ai reati d’odio omo/trans-fobici, rettifica anagrafica del sesso e del nome senza intervento sui caratteri sessuali primari, ecc.).
E) Lavorare contro l’idea di un Comitato come entità a sé stante: sarà attuata una politica di condivisione delle attività per un’ampia partecipazione di tutte le socie e i soci;
F) Lavorare affinché i circoli ricreativi affiliati siano resi partecipi di tutte le attività dell’associazione.

Attività culturale e di supporto alla cittadinanza LGBT

A) GAYSTREET – Riteniamo che la GAYSTREET debba essere un luogo permanente per fare cultura (mostre, eventi, ecc.) e informazione sulla prevenzione, in collaborazione con gli esercizi commerciali della zona, al fine di ottenere un luogo di incontro e crescita per tutti, non solo patrimonio di Arcigay Roma ma delle altre associazioni LGBT romane.
B) GAY HELP LINE – E’ necessario affidare la formazione degli operatori a specialisti di ciascun settore (medico, legale, psicologico). La linea dovrebbe essere il punto di partenza per aiutare la persona che chiama: non solo un call center ma l’avvio di un percorso di accettazione e di socializzazione (gruppi di accoglienza, consulenze specialistiche, servizi ricreativi in associazione, ecc). Il servizio deve ruotare attorno alla figura dell’operatore volontario e alle sue necessità. Ripristineremo: 1) la presenza fissa dei tutor per affiancare gli operatori; 2) il supporto di specialisti per aiutare l’operatore a gestire lo "stress emotivo" delle chiamate e per migliorare il servizio offerto al chiamante; 3) lo scambio di esperienze tra gli operatori come momento di crescita e miglioramento del servizio.
C) CULTURA – Solo attraverso operazioni culturali passa il cambiamento in meglio della società. Organizzeremo: 1) proiezioni cinematografiche in sede o partnership con i cinema d’essai di Roma; 2) incontri di presentazione di libri con l’autore; 3) seminari sui temi LGBT invitando esperti e intellettuali; 4) conferenze di presentazione dei risultati annuali di Gay Help Line, con conseguente pubblicazione sul sito internet, per la creazione di un osservatorio statistico permanente sulla condizione LGBT in Italia; 5) mostre d’arte in sede, creazione di un angolo della lettura con libri e quotidiani a disposizione.
D) SALUTE – Identificare nella prevenzione il nucleo fondamentale di ogni iniziativa. Per prevenire è necessario conoscere ed essere consapevoli dei rischi presenti nei comportamenti sessuali. Ci proponiamo di attuare: 1) iniziative volte all’informazione assidua e costante sulle malattie sessualmente trasmesse, per vivere il sesso con serenità e sicurezza; 2) una formazione durante i corsi Gay Help Line e gli altri momenti di incontro in associazione; 3) incontri con specialisti del settore e con persone che vivono quotidianamente la realtà della malattia (peer-education); 4) la creazione di un network di operatori sanitari LGBT o LGBT-friendly come avviene già negli altri stati Europei per iniziare a parlare di “gay health.”
E) GIOVANI – Creeremo un gruppo di lavoro pensato e organizzato dalle ragazze e dai ragazzi. Tra le iniziative: 1) la realizzazione di una sezione specifica del sito internet gestita dai giovani; 2) un progetto di sensibilizzazione nelle scuole medie-superiori, ideato e redatto dai giovani con l’aiuto di psicologi ed esperti in divulgazione, per intervenire su tematiche come la sessualità, l’affettività, il bullismo, ecc.; 3) la presenza di un supporto al genitore da parte di specialisti su tematiche LGBT; 4) scambi culturali con gruppi giovanili di altre associazioni italiane ed europee, per fornire una visione complessiva della condizione LGBT in Italia e in Europa; 5) la collaborazione con i gruppi giovanili delle altre associazioni LGBT romane per impiantare una base solida di cooperazione, per annullare le distanze e individuare obiettivi comuni.

Finanziamenti e auto-finanziamenti

L’associazione reperisce i propri fondi dal tesseramento dei soci, mediante donazioni e attraverso finanziamenti pubblici a seguito di progetti patrocinati (per esempio la Gay Help Line). Le iniziative di autofinanziamento troveranno espressione a partire dai suddetti punti programmatici, affinché ogni evento sia occasione di crescita e cultura e non solo momento ludico.

Informazione
Restyling del sito internet dell’associazione perché diventi veicolo per informare i soci e la comunità romana delle attività politiche, culturali e ricreative di Arcigay Roma.

Candidature per il Consiglio Direttivo, e per il Collegio dei Revisori dei Conti.
Vedere documento A, con LISTA Candidature Nuovi Organi Sociali

(omisiss)



Il presente DOCUMENTO B - formato da numero due fogli dattiloscritti Mod. A4, è stato depositato in data 25 agosto 2008 (omisiss)

lunedì 9 giugno 2008

lunedì 5 maggio 2008

SURREALE? No reale, senza Bagnasco.

Mentre per la festa di AC il Feld-Kardinal Bagnasco ci ha ricordato che compito principale di ogni buon cattolico è difendere la vita dal concepimento al naturale tramonto (niente aborto, pillole del giorno dopo, antconcezionali, sesso prematrimoniale e masturbazione in età adulta), garantire l'indipendenza educativa delle scuole cattoliche (leggi private, ossia dare soldi a scuole per ricchi gestite da preti e suore, mentre quelle pubbliche possono anche colare a picco...) e sorvegliare affinchè sia tutelata la naturalità del matrimonio (niente froci in pubblico senza condanna! per carità! che poi chi ci entra in seminario per farsi una vita?) ecco cosa accadeva addirittura 40 anni fa in Danimarca.



che dite? ci andiamo a vedere "Imporvvisamente l'inverno scorso?"...

sabato 3 maggio 2008

Australia mon amour!

Da Gay.it 30 aprile 2008

Fine di tutte le discriminazioni fra gay, lesbiche e eterosessuali in
Australia. Il nuovo governo laburista le cancellerà tutte in tutte le
leggi dello stato. Rimarrà un solo divieto: il matrimonio.



Tassazione, fondi di pensionamento, sicurezza sociale, sanità,
assistenza agli anziani, diritti dei reduci, risarcimenti per
infortuni sul lavoro, occupazione e anche altro. Sono cento le aree
di interesse nelle quali il governo australiano ha individuato forme
di discriminazione di vario livello fra gay e eterosessuali. Ma la
notizia è che presto il governo le rimuoverà. In questo modo gay,
lesbiche e eterosessuali raggiungeranno l'eguaglianza, almeno
parziale. Già, perché le associazioni lgbt australiane hanno fatto
presente che, nonostante il risultato ottenuto sia straordinario,
fino a quando non verrà cancellata anche l'ultima discriminazione, e
cioè la possibilità di contrarre matrimonio fra persone dello stesso
sesso, la piena uguaglianza non sarà raggiunta.

Tutto cominciò quando il ministero per le pari opportunità sollevò la
questione delle aree in cui erano presenti discriminazioni più o meno
significative. Una ricerca più approfondita ne fece poi emergere
quasi il doppio, cento appunto.
Da qui la decisione del nuovo governo
laburista di rimuoverle tutte. Tranne una, quella sulla possibilità
di contrarre matrimonio.

«I gay e le lesbiche in Australia non raggiungeranno la completa
parità finché non avremo il diritto di sposare il partner di nostra
scelta», ha dichiarato Rodney Croome della Coalizione australiana per
l'eguaglianza. «Mentre questa è una riforma molto importante di per
sé, e certamente eliminerà molti degli svantaggi più gravi, non è la
fine della storia», ha concluso Croome.

martedì 29 aprile 2008

E grazie a tutt*!

GRAZIE A TUTT* DELLO SPLENDIDO CAMPO AGAPE CENTRO-SUD 2008!

vi aspetto sul blog per scambiarci parerei, condividere esperienze, ritrovarci fio all'anno prossimo!

Stefano

mercoledì 23 aprile 2008

8 per mille alla Chiesa cattolica: glieli dai anche se non lo sai

Se hai un imponibile di 20.000 euro, l'8 per mille è 160 euro, se l'hai di 30.000 euro è di 240 euro...
Insomma non sono pochi. E tu vuoi darli a Ratzinger per finanziare campagne omofobe?
Se non firmi, l'87 per cento di quei soldi li dai comunque alla chiesa Cattolica. Proprio così, per un semplice, ma poco trasparente sistema di assegnazione, la Chiesa Cattolica pesca a piena mani anche nel "non devoluto".

Il nostro invito è : FIRMA (magari per i Valdesi, seguendo il consiglio di molti intellettuali, che è il modo migliore per sottrarli alla Chiesa cattolica), e soprattutto fai circolare questo appello tra i tuoi amici.

domenica 20 aprile 2008

Per tutti gli attori

Visto che tra noi ci sono diversi attori e attrici, ho pensato che possa interessare quest'annuncio:

AUDIZIONE 2008 28, 29 e 30 Aprile 2008
TEATRO ELISEO, Roma (solo su convocazione)
In occasione dell'allestimento dello spettacolo IL SAPORE DELLA CENERE testo di Ariel Dorfman, regia di Juan Diego Puerta Lopez, promosso dalla Robert F. Kennnedy Foundation of Europe, si cercano ATTORI/TRICI professionisti con una buona preparazione di training fisico, di età compresa fra i 23 e i 40 anni. Chiunque sia interessato e possiede i requisiti richiesti, può inviare solo via mail, curriculum vitae e foto (max 2: primo piano e figura intera; non si accettano foto di scena o tratte da spettacoli).mailto:.ilsaporedellacenere@gmail.com
Tutti coloro che saranno selezionati per sostenere l'audizione, verranno avvisati via mail o telefonicamente.Le audizioni si svolgeranno di pomeriggio. Lo spettacolo andrà in scena, in prima nazionale, nel periodo di Luglio 2008.
Si avverte che il Teatro Eliseo non fornisce alcuna informazione in merito alle audizioni nè alla produzione dello spettacolo, pertanto si prega vivamente di non contattare telefonicamente il teatro

venerdì 4 aprile 2008

Agape Centro-Sud 2008!

Ragazz*!

ci siamo quasi! Sta per partire Agape Centro-Sud 2008!
Se fosse rimasto ancora qualcuno che no lo sa o non ha pensato di venire...ecco a voi la splendida locandina del campo di quest'anno.

ACCORRETE NUMEROS*!

venerdì 18 gennaio 2008

Tutto sbagliato, tutto da rifare

Di Daniele Garrone, decano della Facoltà valdese di teologia di Roma

Di fronte a quello che sta succedendo a seguito dell’invito rivolto al Papa a presiedere l’apertura dell’anno accademico all’Università La Sapienza di Roma, mi viene in mente solo il vecchio adagio di Gino Bartali: “Tutto sbagliato, tutto da rifare”. Purtroppo, nulla si può rifare e si rimane attoniti spettatori dell’ennesimo colpo inferto, da ogni parte, alla asfittica laicità del nostro paese.
Le critiche all’iniziativa del rettore vengono - da destra e sinistra, da cattolici militanti e da chierichetti atei - stigmatizzate come violazione della libertà di parola. Tutti - compresi gli ex fascisti e gli ex-comunisti, dunque gli eredi delle culture non liberali - diventano profeti di liberalismo.
Ritenere non opportuno un invito a tenere un discorso è cosa diversa dall’impedire a qualcuno di esprimere le proprie opinioni. Il Papa non è un semplice accademico che sostiene tesi controverse o formula ipotesi non condivise da pochi o da molti. Il Papa parla di valori non negoziabili, non formula ipotesi; pretende di esplicitare la verità; si pronuncia non come esponente di una delle varie religioni e confessioni presenti sulla agorà, ma come esperto di umanità in grado di indicare i fondamenti dello stato e i criteri di una corretta laicità. Il Papa pretende di sapere per tutti noi come si debbano rettamente coniugare fede e ragione. Se vogliamo, il Papa è anche l’ultimo sovrano assoluto per diritto divino. Benedetto XVI bolla la ricerca del pensiero scientifico e filosofico della modernità “post-cristiana” come dittatura del relativismo. Cioè pronuncia una drastica censura nei confronti di quello che è lo spirito della ricerca libera e senza presupposti che spero presieda all’insegnamento nelle nostre università. Benedetto XVI persegue, con grande intelligenza, una strategia di rimonta nei confronti della società laica e pluralista.
Tutto questo andava ricordato nel momento in cui lo si invitava. Si doveva sapere che il Papa non viene a discutere o a confrontarsi, ma viene per essere ascoltato con reverenza ed eventualmente accolto con una genuflessione. Si doveva sapere che era legittimo dissentire dall’invito, non perché si è oscurantisti ma perché non si può né si vuole riconoscere la pretesa che egli statutariamente e quindi inevitabilmente porta con sé. Per queste ragioni io non l’avrei invitato a presiedere l’apertura dell’anno accademico. Lo inviterei però, domani stesso, a partecipare come uno dei relatori ad un dies academicus: si darebbe un bellissimo esempio di cosa può essere una università libera e laica e veramente plurale. Perché - sebbene gli italiani, in primis gli atei devoti, di destra come di sinistra, non lo sappiano - qualunque “capo religioso”, persino il Papa, nella democrazia discorsiva è “uno dei relatori”. Nulla di meno - e va detto con forza e io lo faccio con assoluta convinzione - ma neanche nulla di più.
Una volta che l’invito - inopportuno a mio avviso - era stato rivolto, il Papa doveva parlare. Il dissenso era legittimo; se il dissenso poneva problemi di ordine pubblico - in una università il dissenso si esprime con il dibattito delle idee e con un po’ di humour - essi dovevano essere risolti come ogni altro problema di ordine pubblico. Nessuno, tuttavia, può essere posto al riparo dal dissenso che si manifesta nelle forme legittime. Tra l’altro, giova ricordare che Gesù si espose sulla pubblica piazza, senza aver prima negoziato con l’autorità le condizioni consone alla sua visita. Anzi parlò senza essere invitato. Ci pensino quelli che nel Papa ravvisano il Vicario e che oggi vedono in lui la vittima di un sopruso.
Chi pensava che Benedetto XVI fosse meno capace di “comunicare” del suo predecessore, ha oggi una bella smentita. Non andando alla Sapienza, il Papa diventa una vittima dell’intolleranza laica, la nuova inquisizione lo sta portando al rogo. Bisogna vegliare per lui. Me lo si lasci dire, visto che i miei antenati di inquisizione ne sapevano qualcosa: quando c’è l’inquisizione non si tratta di qualche sberleffo o magari di qualche insulto in mezzo ad un folla compunta e persino adorante.
Per giorni non si parlerà d’altro. E anche senza questo incidente, ogni giorno, dalla mattina alla sera, le televisioni italiane (l’Europa e il mondo sono un’altra cosa) parlano del Papa e dei suoi moniti e dei suoi rimbrotti e dei suoi non possumus che vogliono dire “non dovete”. Ora tutti faranno a gara per riparare, per scusarsi, per far vedere che - per quanto atei - si sa dare alla chiesa e al papa il dovuto riconoscimento. Per fortuna le occasioni non mancheranno: c’è una legge sulla libertà religiosa da lasciar sepolta; la 194 da rivedere; il riconoscimento delle unioni civili da non prendere neppure in considerazione; la vita da tutelare. Forse si potrebbe anche porre qualche limite alla diffusione dei contraccettivi. E poi siamo italiani, la fantasia non ci manca, sapremo come farci perdonare. D’altronde, se non abbiamo avuto Lutero, Kant e Jefferson non è colpa nostra.

mercoledì 16 gennaio 2008

Motivi poco cristiani...

Ciao,

non sono solito commentare le sciocchezze... Tuttavia mi ci vedo quasi costretto:
il Santo(?) Padre (?) si è visto costretto a disertare l'incontro alla Sapienza, per non affrontare mediaticamente la protesta, per non dar più voce a chi ha saputo urlare a abbastanza da farsi sentire e mostrare la spaccatura che c'è nella società italiana.
Si adduce una motivazione che a quanto mi è dato di capire è davvero poco cristiana "non si va a trovare una famiglia divisa". A parte il riferimento familistico di cattivo gusto, mi chiedo come si possa sposare quest'opinione con la missine sacerdotale di cui Ratzinger è investito, e che contempla la riparazione delle divisioni - la guarigione e la pace. Da chi dovrebbe andare, evangelicamente, il medico? Dai sani o dai malati? E quindi se quei docenti e quegli studenti sono "malati" ed "accecati", perché non andare da loro, sicuri della propria fede e dell'assistenza di Qualcuno più in alto che sicuramente avrebbe ispirato le parole per rispondere alle provocazioni e riparare le ferite?

E' da queste cose che si riconosce, secondo me, il fico buono e quello cattivo.
Speriamo di essere perdonati tutti! :)

Stefano





riporto qui il link all'articolo di Repubblica