lunedì 25 giugno 2007

Che sia chiaro: o sei gay o sei cattolico.

Offese ai gay. Insulti ai fedeli. L'omelia di mons. Matarrese

"Che sia chiaro, «i gay non possono essere considerati cristiani». Lezione di catechismo con digressione omofoba, quella impartita il 26 maggio da mons. Giuseppe Matarrese, vescovo di Frascati, ad un gruppo di ragazzini in preparazione per la cresima. Il fatto è accaduto a Montecompatri, piccolo paese in provincia di Roma, ed è stato riportato dalla agenzia cattolica Adista che da lunedì darà un resoconto dettagliato della vicenda. Il vescovo stava parlando della famiglia, della famiglia naturale eterosessuale, quando ha sentito il dovere di spiegare il posto degli omosessuali: fuori dalla Chiesa. Una dottrina in chiaro contrasto con il magistero cattolico, visto che le pecorelle smarrite vanno accolte. Probabilmente mons. Matarrese ha voluto parlare chiaramente, per farsi capire meglio dai giovani ragazzi. Che hanno afferrato il concetto. Una ragazzina presente al ritiro spirituale ha alzato la mano e lo ha contestato: «Secondo me non è giusto».
Così ha detto: «Secondo me non è giusto perché i gay invece possono amarsi come un uomo e una donna». E qui, racconta Adista, il vescovo 73enne ha perso la pazienza, zittendo in malomodo la ragazzina ribelle chiamandola "scema" e rivolgendo un irritato "hai la capoccia vuota" ad una compagna che tentava di difendere l'amica. Peggio: mons. Matarrese si è rivolto ai genitori e al parroco pretendendo le scuse da parte dei cresimandi, minacciando di escluderli dalla celebrazione del giorno successivo. Mamme e papà preoccupati hanno tentato di convincere i figli, inutilmente. Le scuse non sono arrivate. Il vescovo ha comunque deciso di impartire la cresima ai ragazzi ribelli e agli adulti che li accompagnavano, ma si è tolto un sassolino dalla scarpa: durante l'omelia, ha parlato direttamente con i genitori invitandoli caldamente di tenere sott'occhio i figli che «evidentemente si sono allontanati dalla retta via». "Liberazione" ha tentato di raggiungere telefonicamente mons. Matarrese, che però si trova in ritiro spirituale e non ha potuto fornire una spiegazione.Ruiniano di ferro, il vescovo di Frascati è fratello del più celebre Antonio Matarrese, presidente della Lega Calcio, e di Vincenzo, presidente della squadra di calcio del Bari. Non ha mai fatto mistero delle sue posizioni politiche. Alla vigilia delle amministrative 2005 aveva organizzato un incontro con trenta preti della sua diocesi e il candidato regionale Francesco Storace, poi battuto da Piero Marrazzo. «Sono di destra. Che c'è di male a dire: "Votate Storace"?».Una famiglia, i Matarrese, schierata completamente a destra: la sorella è sposata con un senatore di Forza Italia, mentre Antonio faceva parte della direzione nazionale dell'Udc ed ex segretario provinciale a Bari del partito di Casini. L'episodio di Montecompatri non è isolato. Poche settimane fa un sacerdote del barese aveva negato la comunione ad un giovane. Un fatto sgradevole: il prete ha atteso che il ragazzo si avvicinasse durante la messa per ricevere l'ostia e lo ha allontanato dicendo apertamente e davanti ai fedeli «No, a te no perché sei gay». Il movimento gay-lesbo-trans-bisex e queer denuncia da tempo una recrudescenza dell'omofobia in Italia. Scritte xenofobe dell'estrema destra a parte, gli omosessuali si lamentano apertamente delle opinioni anti-gay espresse quotidianamente da politici ed esponenti della Chiesa cattolica. Pochi giorni fa andava in onda sul Tg2, ha denunciato Franco Grillini, un appello di Buttiglione al movimento omosessuale perché condanni apertamente la pedofilia, «come se ci fosse una qualche continguità»." tratto da Liberazione del 25 giugno 2007, articolo di Laura Eduati

Con tutto il rispetto, sig. Matarrese, lei è un pastore della Chiesa Romana e quindi ha ogni titolo per decidere o meno il mio essere "cattolico"; ma sulla definizione di "cristiano", mi lasci sottolineare che il copyright non ve lo siete ancora aggiudicato. Anzi, le dirò, che forse, visto il suo atteggiamento, lei non sa proprio cosa voglia dire essere cristiano. Eviti, dunque, l'uso di vocaboli di cui non conosce il significato.
E a voi, amici chiedo: ma perchè dobbiamo continuare a dichiarare un bisogno di appartenenza a una Chiesa che non ci riconosce alcuna dignità? La cosa più sconvolgente è che quelle due ragazze che hanno contestato il vescovo (a proposito, W le donne: senza il loro coraggio nel mondonon ci sarebbe spirito critico) si sono lasciate comunque cresimare. A che pro?

14 commenti:

Steve ha detto...

Che vergonga!
quanto dici circa essere "cattolico romano" ha quasi il mio plauso: chi autorizza il sig. Matarrese a decidere chi è cattolico e chi no? Ha lo Spirito Santo infuso? Anche tra i cattolici c'è chi dissente. In nome della fantomatica libertà di coscienza.

Ebbene, finita la mia difesa d'ufficio verso quei cattolici che amano ancora definirisi tali (ben vengano! c'è spazio per tutti, come si sa!), in my humble opinion non c'è necessità per un cristiano di essere cattolico. Anzi.

Consiglio sempre a tutti quelli che conosco e che hanno motivi di distacco dall'organizzazione "Chiesa Cattolica Romana" a procedere al più presto allo sbattezzo. Non c'è motivo di far parte di una organizzazione di destra, politicamente invischiata in ogni dittatura fascista del novecento, con una storia di lunghissimo anti-liberalismo, anti-femminista, militarista, finanziarimanete poco trasparente, che ha coperto scandali a sfondo pedofilo per decenni, con responsabilità storiche che è inutile ricordare, e soprattutto che è sempre sempre stata contro ogni innovazione sociale. E contro ogni libera ricerca scientifica!

Insomma ce n'è abbastanza per mettersi su internet e cercare di meglio...

Qualche suggerimento?
Valdesi, Vetero-Cattolici, Metodisti, Battisti, Comunità Cristiane di Base, Buddhisti, Baha'i... atei.

Insomma prendiamo una posizione precisa! :)

Baci!

Monica C'è ha detto...

nonostante tutto io sono ancora convinta di essere cristiana, cattolica, romana! e quindi ho tutto il diritto di restare in questa Chiesa...Eventualmente chi deve andarsene o quanto meno chi deve correggersi sono Loro, quelli che giudicano senza conoscere, quelli che giudicano senza amare, quelli che non sanno ascoltare! Io prego anche per Loro, affinchè il Signore possa illuminare le loro coscienze e far comprendere quanto dolore stanno procurando!
No, non me ne andrò, per non lasciare la Chiesa in mano Loro, perchè la Chiesa è anche Don Milani, Padre Mayer, Madre Teresa, la Teologia della Liberazione, il mio amatissimo parroco, ecc... Dunque non posso permettere il prevalere di chi protegge pedofili, flirta con i potenti, e rinnova solo l'abbigliamento (tra camauri, ermellini e mocassini di Prada)...

Steve ha detto...

Carissima!

comprendo il tuo ragionamento, e ti incoraggio. Resta nella Chiesa! E tuttavia (anche se questo non riguarda te in particolare, ne sono sicuro) sarebbe tempo che i cattolici critici e/o scandalizzati si facessero sentire.
Dov'è la vostra voce? Quanti amici cattolici omosessuali dichiarano appoggio alle nostre leggittime rivendicazioni e si vergognano di venire ai Pride, o di prendere carta e penna e scrivere, di far sentire la loro voce.

E' facile tricerarsi dietro la potenza della gerarchia: i gay cattolici sono i grandi assenti dal dibattito sulle unioni civili.
Non avete espresso un solo leader o portavoce a livello nazionale(perdonami se uso il voi, è che non sono cattolico, quindi il noi mi sembrerebbe di troppo) , non proponete modelli alternativi di vita per i molti e molte omosessuali stretti tra la clandestinità odiosa di un cespuglio o di una dark e la rivendicazione di diritti libertari ed estremi estranei ai più.

Dove siete? Cosa fate? La responsabilità di creare una comuità lgbt è anche vostra, e credo che voi abbiate titoli, tradizione esperienza per fare questo.

In questa vigna c'è molto da fare: vogliamo lasciarci solo lavoratori in camauro e cesoie?

stefano

Monica C'è ha detto...

a me risulta che diversi gruppi di omosessuali credenti (cattolici) abbiano aderito anche al Pride. Inoltre è innegabile la crescente diffusione di questo tipo di gruppi, tra l'altro molti sono presenti nei link di questo blog. mi rendo conto che non è facile far comprendere la linea adottata spesso da questi gruppi, ovvero di understatment, senza clamori o azioni eclatanti...sappiamo che la nostra Fede ha due millenni alle spalle ed è destinata a durare in eterno, non sono esattamente i tempi di una legislatura... Lo so questo è un discorso non facile. Ma abbiamo dei buoni esempi. Gesù riformò l'ebraismo, predicando tre anni, ma poi sono occorsi secoli per diffondersi in tutto il mondo; san Francesco, mise in difficoltà la gerarchia corrotta di allora, mostrandole il più assoluto rispetto, e vivendo alla lettera la regola del Vangelo... e ci sono tanti altri esempi di come la Fede ha saputo vincere, con le armi della pazienza, costanza e perseveranza, avendo la consapevolezza di essere nel giusto.
Per qualche tempo ho frequentato il gruppo Nuova Proposta, credo che loro un modello alternativo di vita lo propongano già da molto tempo e guarda caso è l'unico principio della loro Carta dei Valori in aperto contrasto con la dottrina della Chiesa: " La proposizione dell’esperienza di coppia come approdo qualificante per la propria vita e la visione della sessualità come uno dei linguaggi del’amore fra due persone. L’amore parla il linguaggio dell’affetto, della tenerezza, del sostegno reciproco, e, secondo noi, anche quello del contatto fisico, nel rispetto, nella dolcezza. Pur condividendo gli inviti alla prudenza del Magistero, ci è sembrato di poter inserire, con profonda umiltà, una indicazione di coscienza, perché maturata da anni di confronto, di preghiera e di ricerca comune. Per una persona omosessuale essere fedeli al Vangelo significa essere fedeli fino in fondo alla propria natura, e quindi anche al proprio corpo".

Con l'augurio che ognuno possa realizzarsi nella fedeltà alla propria natura e al proprio corpo.

Steve ha detto...

Carissima!

grazie della risposta.
Conosco bene NP, per averci fatto la tesi sopra e conoscere molti loro soci (tra cui il mio compagno) per questo, se mi permetti di usare un vocabolo che mal si adatta a un "miscredente" come me, profeticamente ti dico che l'umiltà è un peccato se si sovrappone al timore.

Hanno tanti talenti... sepolti.

Nei Vangeli non si dice, citando a meoria, che chi opera il giusto viene alla luce (da qualche parte in Giovanni)? E allora, perchè quello che sussurate nelle case non lo urlate dai tetti?

Non è facile lo so. Non è che io non sia impaurito, o sia sempre assolutamente ed assolutamente visibile a tutti. Ma i gruppi a cosa servono se non a questo? a dare forza ai singoli.

A quando una confederazione nazionale visibile e autorevole di gay cattolici? quando metterete in difficoltà la gerarchia? chi se non voi? Grillini? Arcigay?

Le mie non sono critiche, ma incoraggiamenti.

Stefano

Lyrico ha detto...

Ma Kondiaw , non rispondi alla mia domanda: a cosa serve dichiararsi gay cattolici? A quale bisogno risponde questo bisogno di appartenenza a un'istituzione che non ti vuole? Forse non è abbastanza chiaro: la chiesa cattolica non ti vuole, non ti accetta e anzi, farà di tutto per ostacolarti. La mia domanda è, dunque, perchè ostinarsi a volerla cambiare "dall'interno". Cosa ti dà oggi la Chiesa cattolica? Cosa? Davvero non riesco a capire. Mi aiuteresti? Io sono un cattolico pentito, una volta grato alla Chiesa per avermi fatto conoscere Cristo (ma col tempo ho appreso pure che ne hanno distorto completamente il messaggio).

Monica C'è ha detto...

perchè io non sono una gay cattolica, sono cattolica e gay, (ma ti dirò di più non sono neanche gay se con questo termine si intende uno certo stile di vita... Da anni cerco di far passare l'uso del termine omoaffettiva, per definire una condizione più tesa ai senitmenti).
Ma tornando alla appartenenza religiosa io credo che nel messaggio salvifico del Cristo, sono consapevole delle corruzioni di tale messaggio attribuibili ai tanti che hanno creduto di poter giustificare troppe aberrazioni in nome della Fede. Ma conosco e sento l'amore di Dio! Tu dici ma la Chiesa non ti vuole, ma la Chiesa non può impedirmi la gioia di nutrirmi dell'eucarestia, di sentirmi parte integrante ed attiva della mia Comunità di appartenenza. Io ho Fede, quando recito il Credo riconosco come miei gli enunciati che tutta l'Assemblea proclama. Io sono Cattolica e, come tale, non ho nessuna intenzione di lasciare la Chiesa in mano soltanto agli ottusi, ipocriti, sepolcri imbiancati!

Steve ha detto...

Carissimi/e!

mi piace questo franco scambio di idee.
K. tu dici

"Tu dici ma la Chiesa non ti vuole, ma la Chiesa non può impedirmi la gioia di nutrirmi dell'eucarestia,"

dai giornali mi risulta il contrario. Ed inoltre molti cattolici e gay NON devono far sapere questa loro condizione o possono lecitamente essere esclusi dall'aucarestia, che per la Chiesa Cattolica Romana non è un diritto di cui si risponde a Dio ma il premio dei giusti amminstrato da loro.

E aggiungi:
" di sentirmi parte integrante ed attiva della mia Comunità di appartenenza."

Lo fa. Non siamo parte delle comunità cattoliche: possiamo lecitamente essere esclusi e ed emarginati in quanto pubblici peccatori. Chi non ci esclude, una piccola minoranza, è ipso facto fuori dal magistero, che con troppa leggerezza molti miei amici e amciche cattoliche e gay liquidano nel solvente della "libertà di coscienza": è utile ricordare che la chiesa cattolica ricnosce la libertà di coscienza se rettamente formata dal magistero ecclesiastico. E' il giusto discrimine rispetto all'arbitrio. O no?

TUTTAVIA
credimi quando dico che ammiro la tua volontà di far parte della Chiesa, ti prego di senitrti incoragiata da me. Le mie domande infatti vertono su altri temi (temi su cui spero che qualcun altro vorrà intervenire!): i gay e cattolici dove sono pubblicamente?
Di nuovo, chi opera il bene viene alla luce. Non c'è un residuo senitmento di vergogna nella vostra sostanziale inifluenza sia politica sia nella scena lgbt? Eppure sono sicuro che, facendo le debite proprozioni, siete la maggioranza della comuità lgbt.

Critichi implicitamente un certo stile di vita. Non soddisfa in pieno neanche me. Qualcuno ne sarà certo soddisfatto. Guai a chi glielo toglie! Non giudicare pèer me è la base dell'etica. Ebbene, non dare voce visibilità energia alla possibilità di altri percorsi giustifica implicitamente chi come Nicolosi afferma che molti gay stanno male. Quanti di noi non si sentono a loro agio in un locale cn le dark? o in un giardino per battere? Avete la possibilità di portare la salute o quanto meno valori che possono soddisfare le domande di molti: ma non vi si vede!!

Il mio è un accorato appello ai tanti cattolci e gay (o lgbt): create una comunità forte e visibile - senza siete come il sale che ha perso sapore...

Stefano

kep ha detto...

"quanto sei contestabile Chiesa, eppure quanto ti amo".
Queste parole sono di Carlo Carretto, che penso tutti voi conosciate. Nel libro "Io, Francesco" quando fa dire a San Francesco una filippica contro e a favore della chiesa, us ai toni del vangelo: Perdono per i preti, Perdono per i Vescovi, Perdono per il Papa. Non basta una liena apostolica (a volte molto discutibile) per garantire la correttezza del messaggio evangelico, ma di sicuro l'apparato sacramentale è trasmesso per questa linea. Ma ricordfiamo che i sacramenti sono "accessori", segni, non di certo necessari alla salvezza (a volte manco sufficenti).
Io mi appello sempre a san Tommaso d'Aquino (bene scripsisti de me Thomae) ripreso dal cardinale Newman e temuito da tutta la egrarchia: l'obiezione di coscienza.
"La coscienza quand'anche erronea deve essere seguita perchè è voce di Dio, la gerarchia è voce dell'uomo".
Davanti a questi psettacoli dei presuli la coscienza DEVE gridare, come deve gridarer davanti a certti spettacoli che il mondo GLBT dà e che non lo aiutano affatto. Però ricordiamo che il mondo GBLT non ha solo una compnente religiosa, ma anche e forte una compnente laica che non può e non deve essere castrata, altriemtni ricadiamo nello stesso errore ... quidni posso anche deciderfe che un mdoo di vita non mis ia consono, ma ho il dovere di lasciare il diritto di esporiemrlo.
Io mi riconosco nei gay, anche in quelli più estremi, quelli più lontano dal mio modo di pensare, perchè il coraggio di essere sè stessi mi accomuna a loro e sento comune l'orgoglio di esserci riusciti oltre le convenzioni sociali.
Se vedremo le differenze creremo divisioni, solo vedendo le cose in comune si crea unione e comunione.
Baci
Francesco

Monica C'è ha detto...

prima di tutto grazie per le vostre sollecitazioni, incoraggiamenti e spunti di riflessione. sugli stili di vita non vorrei essere fraintesa, non giudico, ma ho fatto una scelta ed è evidente che non mi riconosco in quello che non ho scelto, a cui ovviamente riconosco tutto il diritto di esprimersi. la ricchezza di una comunità è anche, se non soprattutto, nelle sue numerose sfumature. questo non significa dividere, ma registrare un dato di fatto.

quanto all'inclusione nella Chiesa e all'Eucarestia, io ho un padre spirituale (sacerdote e parroco), mi sono affidata a lui e seguo le sue indicazioni.

certo non vado in Consiglio Pastorale Diocesano a fare coming out, ma questo servirebbe a qualcosa o a qualcuno?

Steve ha detto...

cara Kondiaw,

lascio decidere a te se servierebbe a qualcosa o a qualcuno. Non sia mai che tu non scelga il melgio per te, o che qualcuno si possa sentir tentato da facili eroismi, fuori luogo e di dubbia produttività.

Tuttavia, visto che sei così sincera da aprire il tuo cuore raccontandoci di questa tua situazione, mi sento autorizzato ad essere sincero, rischiando l'indelicatezza: non credi sia almeno "disagevole" vivere la vita di una comunità che ignora così tanto della tua vita?

Certo, non vengono certo a dirti le loro preferenze e gusti sessuali: ma il nostro non è un mero gusto sessuale - proprio come dici tu è una dimensione affettiva.

Sarebbe di aiuto a qualcuno? chi può saperlo. Certo sarebbe di aiuto a qualcuno creare spazi di incontro e condivisione nella tua parrocchia, magari "invisibili" ai più. Le mie sono idee in libertà, sia chiaro, come nello spirito del blog!

Conosci altre/i tuoi parrocchiani lgbt?

stefano

Monica C'è ha detto...

ne conosco. quanto agli spazi invisibili, posso raccontarvi che tempo fa il nostro parroco a chiesto ad una coppia di aiutarlo a parlare con un adolescente. in breve: i genitori si erano rivolti al sacerdote perchè il figlio li aveva messi al corrente di avere il dubbio di essere "omosessuale". il parroco aveva parlato con il ragazzo e si era convinto che effettivamente questa era la sua identità. così voleva che attraverso il colloquio con questa coppia potesse comprendere che c'era anche per lui la possibilità di una felice vita di coppia... ovviamente lo scopo per cui i genitori avevano interpellato il sacerdote era esattemente l'opposto. ecco io credo che anche questo sia un segno importante, un episodio minimo certo, ma significativo.

kep ha detto...

Carissima kondiaw,
certo che è un segnale, ma è un segnale che è non bene accetto dalle gerarchie cattoliche (e chissà anche dal popolo di Dio tutto). Il tuo parroco ha appunto fatto obiezione di coscienza, forse anche sollecitato dal tuo coming out con lui, forse anche da quello di tanti altri. Mostrarsi per non dimostrare, ma per essere in verità, perchè solo la verità rende liberi.
Concordo con Stefano sulla opportunità o meno del coming out parrocchiale ... ma questo è un altro discorso ed exiguitas marginis non caperet.
Cmq sia ti invito già da adesso, se vorrai, all'incontro dell'anno prossimo di agape ... non perchè sia importante, ma perchè tutti noi ci simao fermati lì come ad una sorgente e poi abbiamo ripreso il cammino (frere Roger cosa avrebbe detto della "questione omosessuale"?) può essere utile.
Un abbraccio
Francesco

Monica C'è ha detto...

ringrazio per l'invito, per vari motivi non posso essere sicura di poter venire...ma teniamoci in contatto, abbiamo ancora tempo